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100% PALLACANESTRO, ITALIANA ED INTERNAZIONALE

ROMA E BIELLA, E' ANCORA LUNGA

L'Angelico pareggia i conti in una serie lontana dalla sua conclusione. Mentre Hawkins lancia Milano verso le semifinali

1-1, palla al centro. Questo desueto slogan può tornare utile per riassumere le immagini emerse al termine di gara 2 tra Biella e Virtus Roma: l'Angelico di Luca Bechi a festeggiare la vittoria per 82-77, e gli uomini di Gentile di nuovo caricati sulle spalle del peso di una serie che torna di colpo in salita. Il coach di Tuoro aveva visto giusto alla vigilia, pronosticando un avversario ben diverso rispetto a quello dominato anche mentalmente dalla Lottomatica in gara 1, ma è stato il suo auspicio di rivedere in Piemonte la stessa Virtus grintosa ed efficace di 48 ore prima a non trovare pieno riscontro.

Gli occhi della tigre i capitolini hanno tentato di mostrarli nel corso dei primi 20 minuti, nei quali Roma ha spesso tenuto il muso avanti nel punteggio, seppur senza riuscire mai nello strappo deciso ed imperioso. La scossa per i padroni di casa l'ha data l'ingresso sul parquet di Pietro Aradori, il protagonista che non ti aspetti in un roster costruito con altre gerarchie: il ragazzo visto col contagocce l'anno scorso in giallorosso decide di farsi rimpiangere, ed a cavallo tra il secondo - concluso sulla parità a quota 36 - e il terzo quarto sfodera un vasto repertorio di azioni e canestri, fatto di entrate come di conclusioni da lontano, a cui la difesa virtussina sembra non riuscire a venire a capo.

Quando a prendere il comando nel punteggio sono poi i rossoblù, le sorti della gara sembrano segnate. Gli attacchi della Lottomatica sono incostanti, le palle perse più deleterie arrivano quando il loro peso specifico è massimo, gli americani di Roma non la metterebbero neanche in un canestro largo quanto una vasca da bagno, gli unici a crederci sembrano Gigli e Datome, così nel finale per i piemontesi non c'è che da controllare il sufficiente margine di vantaggio. Aradori chiude doppiamente a quota 21 - per punti e valutazione - ben supportato da un Luca Garri molto efficace e dalla coppia USA Smith-Gist (12 punti a testa). Per la Virtus, da salvare un Sani Becirovic a lungo ottimo ma arrivato purtroppo un po' stanco alle battute finali, e il duo tricolore Gigli-Datome che lungo tutta la stagione ha di rado fatto mancare il proprio apporto in termini di cuore, testa e attributi.

Non c'è tempo per interrogarsi sulla nuova prova totalmente inconcludente di Douglas, sulla cattiva serata incontrata da Jaaber - in doppia cifra ma troppo impreciso al tiro - e da un Andre Hutson incredibilmente fermo a quota zero. Venerdì sera si riparte, con una priorità assoluta: sparigliare la serie e tornare a vincere convincendo, davanti al pubblico romano e agli occhi di tutte le avversarie che aspettano di capire qual è la vera Lottomatica, di capire una volta per sempre quanto questa Virtus può far paura. Solo così si potrà tornare a Biella per l'inevitabile gara 4 con lo spirito giusto, per non fallire più l'opportunità di chiudere i conti.

Nell'altra gara in programma ieri sera, l'AJ Milano è riuscita a spuntarla all'ultimo respiro - 83-82 - contro una Tercas Teramo arrivata al PalaLido con tutte le intenzioni di pareggiare la serie. Gli abruzzesi, sospinti dalla coppia Poeta-Carroll, hanno condotto il match per larghi tratti, sin dall'8-0 iniziale ed arrivando nel corso del secondo quarto ad un massimo vantaggio di 18 punti. Nella ripresa l'Olimpia si rifà sotto, grazie ai suoi USA Hawkins ed Hall, e si procede sul filo dell'equilibrio e dei nervi fino alla sirena, quando il ferro respinge il tiro della vittoria ospite - scoccato da Brandon Brown - e lancia gli uomini di Bucchi sul 2-0. 24 i punti finali per la guardia ex-Roma David Hawkins; nelle file teramane, non bastano 5 elementi in doppia cifra (Carroll 17).

GREEN IS THE COLOUR

Fattore campo rispettato negli ultimi 2 quarti di finale: Montepaschi e Benetton avanti. Stasera la Lottomatica a Biella.

Nella serata dedicata al debutto della parte alta del tabellone playoff, nessuna sorpresa è arrivata in gara 1 dei quarti dai campi di Siena e Treviso. Le due compagini, accomunate dai colori sociali ed ancor più dalle ambizioni di passaggio del turno, si portano sull'1-0 nelle rispettive serie contro Scavolini Pesaro e Virtus Bologna.

Al PalaMensSana, i campioni d'Italia impiegano quasi metà partita prima di sbarazzarsi delle resistenze dei marchigiani, arrivati in Toscana privi del loro leader carismatico Myers. Pesaro tiene botta per i primi due quarti, conclusi col Montepaschi avanti 36-26, prima di subire nella ripresa la furia di McIntyre e compagni: già nella terza frazione parte la mattanza, Siena segna 33 punti in 10 minuti lasciando le briciole all'attacco avversario, e vedendo il proprio margine di vantaggio allargarsi a dismisura nell'ultimo quarto.

La Scavolini non trova quasi più il canestro, e in casa senese c'è spazio proprio per tutti, fino alla sirena che chiude il match sul terrificante 94-51. Per i ragazzi di Pianigiani niente più che un buon allenamento, senza sprecare energie superflue: in maglia biancoverde, nessuno ha visto il campo per più di 24 minuti. Inutile dire che gara 2 di giovedì per Pesaro non sarà che una occasione di degno saluto davanti ai propri tifosi, una passerella davanti ai diecimila che presumibilmente gremiranno il palasport.

Ben altra storia si è vista al PalaVerde. Benetton e LaFortezza hanno dato vita ad un match in pieno stile-playoff, dall'intensità e dall'equilibrio quasi costanti fino al quarantesimo. L'hanno spuntata i verdi per 85-77, grazie ad una gestione più sapiente degli ultimi minuti di gioco, quelli del mini-allungo decisivo. Tra le V nere, ottime le prestazioni degli americani - su tutti Langford e Terry - traditi però dal resto del gruppo, autore di pochissimi punti e troppi errori al tiro. Treviso si è dimostrata più squadra, sospinta da un clamoroso Bulleri, e porta a casa il primo tassello verso le semifinali. Mai come in questo caso gara 2 di giovedì sarà determinante: la necessità per i bolognesi è fermare l'emorragia di risultati - 6 gli stop consecutivi - prima che sia irrimediabilmente troppo tardi.

Intanto la corsa verso lo scudetto 2009 non lascia neanche un giorno di respiro. Stasera si scende in pista per gara 2 a Biella e Milano, con l'Olimpia di Bucchi chiamata a mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno contro una Tercas Teramo quasi all'ultima spiaggia, e l'Angelico che accoglie nel proprio fortino una Lottomatica Roma apparsa in ottima forma alla prima uscita. Quanto queste serie saranno lunghe ed avvincenti, lo dirà il campo.

IL COLPO FIRMATO ARMANI

Milano mette a segno il primo exploit esterno dei playoff. Decisivi Hall e Vitali.

Già pronosticata da molti come la serie potenzialmente più lunga e più ricca di sorprese tra quelle dei quarti di finale, la seconda sfida della parte bassa del tabellone propone il colpaccio esterno, la mossa che fa scombinare le carte del fattore campo a favore, subito in gara 1. La squadra corsara è l'Armani Jeans Milano, vittoriosa a Teramo, sul rovente campo della Tercas, per 75-85.

Dopo un primo quarto di gara nel quale le due compagini hanno navigato sul filo dell'equilibrio, il parziale di 9-0 con cui i milanesi hanno aperto la seconda frazione avrebbe potuto stendere chiunque, ma non i biancorossi padroni di casa, guidati da un Giuseppe Poeta particolarmente ispirato (20 i punti finali per il play battipagliese). Da lì in avanti il canovaccio della partita è rimasto lo stesso: gli uomini di coach Piero Bucchi a tentare l'allungo, quelli di Capobianco ad assorbire il colpo e rifarsi sotto.

E' al ritorno dagli spogliatoi dopo l'intervallo lungo - concluso col minimo scarto per l'Armani - che gli ospiti stringono le maglie difensive e conquistano il controllo della lotta sotto canestro. La Banca Tercas fatica a segnare, i lunghi dell'Olimpia - tra cui un eccellente Marconato - trovano punti e rimbalzi preziosi, portando Milano agli ultimi 10 minuti di gioco con altrettante lunghezze di vantaggio. Ma proprio quando gli abruzzesi sembravano non poter più rientrare, ecco l'ultimo sussulto, firmato da Carroll e ancora da Poeta. Sulla parità a quota 75, però, emerge di nuovo la maggiore esperienza - soprattutto a livello di post season - di una AJ cinica al punto giusto.

Teramo non segna più, a sparigliare ci pensa Mike Hall da 3 punti, e a chiudere i conti arriva Luca Vitali. Con un'altra conclusione da fuori, l'azzurro taglia definitivamente le gambe e le velleità della Tercas, permettendo ai suoi di chiudere senza patemi. La vera differenza l'hanno fatta l'esperienza e la profondità del roster milanese (5 elementi in doppia cifra contro i 3 di Teramo), componenti di valore inestimabile nei playoff, specialmente contro una squadra zeppa di debuttanti nella fase ad eliminazione diretta. La bilancia della serie pende subito nettamente dalla parte di David Hawkins e soci, chiamati però all'immediata riconferma mercoledì sera tra le mura amiche.

PIU' "SANI", PIU' BELLI

Lottomatica-Angelico 80-67. Becirovic trascina una ottima Virtus sull'1-0 nella serie.

Roma c'è. E in questa avventura playoff sembra intenzionata a restarci quanto più le sarà possibile. La prima pietra è stata posata vincendo e convincendo in gara 1 dei quarti - in un Palaeur poco affollato ma partecipe - contro quella Angelico Biella spauracchio della vigilia, regolata dagli uomini di coach Gentile ancor più saldamente di quanto dicano i 13 punti finali di scarto.

Con il neo acquisto Golemac in panchina e Brandon Jennings in borghese, si parte. La Lottomatica impiega qualche minuto a prendere le misure ad un avversario voglioso ma impreciso: dopo 5' le polveri sembrano bagnate da ambo le parti, ma è l'ingresso in campo di Sani Becirovic a cambiare il volto del match. Il fuoriclasse sloveno è in serata e lo fa capire da subito, mostrando estrema precisione al tiro da fuori e smistando palloni che fanno girare la squadra in maniera pregevole. La Virtus scappa nel punteggio, e il 25-14 in conclusione della prima frazione sembra già segnare la rotta della gara.

La marcia dell'ex-fortitudino prosegue anche nel secondo quarto, Sani perfora la difesa a zona piemontese non sbagliando un colpo da 3 punti, e il resto dei ragazzi in casacca giallorossa lo supporta egregiamente. Andre Hutson domina sotto le plance, trascina Roma al +18 e ad un margine di assoluta sicurezza all'intervallo, che Biella non riuscirà più a colmare neanche al rientro dagli spogliatoi. Tradita da un inguardabile Gaines, con uno Smith visto solo a sprazzi e con scarso apporto dai panchinari - tranne quel Greg Brunner che al Palaeur sfodera sempre elevate prestazioni - la banda di Bechi tenta una flebile reazione soltanto negli ultimi 15 minuti.

Ma la Virtus non molla mai la presa sulla partita, controllando il distacco, tenendo alta la guardia in difesa e non sprecando mai energie inutili, preziosissime quando si deve giocare ogni 48 ore. C'è tempo per un siparietto tra la curva romana e l'ex - come al solito sbeffeggiato - Garri, prima di chiudere 80-67 con molti spunti positivi e le tasche piene di ottimismo. Mercoledì sera si andrà a Biella per ripartire da quanto di buono si è visto nella capitale: la costante attenzione difensiva che la Lottomatica ha messo in campo sarà ancor più fondamentale in trasferta, unita allo spirito di un gruppo che sa far risaltare a dovere le sue individualità, su tutte quella di Becirovic.

Quando Sani sta bene fa la differenza, non è una scoperta fatta ieri sera: la sua condizione c'è, è tornata, così come la classe cristallina di un campione vero che sa cambiare in meglio il volto di un'intera squadra; se riuscirà durante questi playoff a dosarsi - e ad essere dosato a dovere da Gentile - ne vedremo delle belle. Gli altri promossi a pieni voti sono i soliti noti. Un Hutson da doppia doppia sfiorata e 30 di valutazione, il solito Ibby Jaaber che sopperisce col talento anche ad una serata di poca precisione, Gigli che per la terza uscita consecutiva cala una carta da 11 rimbalzi. Degnissimo di nota anche Jurica Golemac, apparso perfettamente corrispondente all'identikit di giocatore intelligente, dalle mani veloci, utile in chiave tattica e con esperienza da vendere con cui era stato presentato.

Le uniche note stonate rimangono Douglas e Brezec; se questi due ragazzi fanno troppo spesso una fatica immane anche solo a svolgere i rispettivi compiti minimi per cui sono stati portati a Roma - centrare il bersaglio da 3 e catturare almeno più di un rimbalzo a partita - bisogna cominciare ad interrogarsi sulla loro effettiva utilità in un contesto come questo. Le valutazioni in proposito vanno ovviamente lasciate soltanto allo staff tecnico virtussino, ma più si andrà avanti nel cammino verso lo scudetto e più non ci si potrà permettere di regalare niente agli avversari.

LOTTOMATICA-ANGELICO, ATTO PRIMO

La Virtus inizia stasera il cammino verso la finale tricolore. Biella il primo ostacolo, con gli ex Garri e Aradori desiderosi di uno sgambetto.

C'è chi avrebbe preferito evitarla e, potendo scegliere un altro incrocio con cui iniziare l'avventura dei playoff 2009, avrebbe auspicato perfino una sconfitta della Lottomatica lo scorso 10 maggio contro Cantù. Eppure Roma, in questi quarti di finale, trova quella Angelico Biella che negli anni ha spesso rappresentato un banco di prova ostico. Il team piemontese - allenato per il terzo anno consecutivo dal serio e preparato Luca Bechi - ha conquistato con merito il suo settimo posto, presentandosi ai nastri di partenza della post season giustamente appagata, ma con la voglia di giocare le proprie carte fino in fondo.

Dalla stagione 2001/2002, la loro prima in Serie A, i rossoblù hanno sempre puntato forte sul rendimento casalingo, approfittando di un fattore campo che si fa sentire per conquistare salvezze anticipate e, in alcune occasioni, un posto tra le grandi. Ne sa qualcosa la Virtus Roma, uscita vittoriosa dal palasport biellese solo in 3 occasioni su 8 (compresa però l'ultima, lo scorso 26 ottobre). Ma le frecce all'arco di Bechi non si limitano alla carica data dall'ambiente: anche in questa stagione ha pagato l'abituale politica societaria nella costruzione del roster, ovvero la ricerca di ottimi elementi - meglio se poco conosciuti - nel mercato USA, contornando gli americani con un solido gruppo di italiani e comunitari.

Il quintetto base dell'Angelico ne è l'applicazione logica. Ai due piccoletti terribili Smith e Gaines, si affiancano solitamente 3 giocatori molto alti, quasi intercambiabili nei ruoli di ali e centro: Gist, lo svedese Jerebko, e l'ex Virtus (non rimpianto da nessuno) Luca Garri. Ciò consente ai piemontesi di attuare un gioco vario, spesso brillante, con le chiavi saldamente in mano al play Joe Smith e una batteria di lunghi in grado di catturare molti rimbalzi, così come di scombinare le carte in tavola tentando spesso il tiro pesante. I punti deboli arrivano però dalla poca profondità della panchina, con i soli Valerio Spinelli e Pietro Aradori (altro ex, lo rivedremo in giallorosso la prossima estate?) come ricambi - seppur validi - per gli esterni, ma con i non irresistibili Jurak e Brunner a sostituire i lunghi titolari.

A coach Gentile non mancano di certo le contromosse. Roma ha sopperito alle assenze per infortunio di Gabini e Tonolli acquistando il centro sloveno Golemac, ma fino all'ultimo momento non sapremo se l'ultimo arrivato sarà inserito a referto: in caso negativo, ad Angelo Gigli e Andre Hutson il compito di farsi valere sotto i tabelloni, con il solo Brezec - da cui si attende finalmente il salto di qualità - pronto a subentrare nel reparto lunghi. Da valutare le scelte del coach virtussino negli altri ruoli: con Jaaber, ormai vero leader emotivo della squadra, saldo in cabina di regia, gli altri due posti in quintetto base se li contenderanno rispettivamente le coppie Becirovic-Douglas e De La Fuente-Datome.

Si parte questa sera alle 20:30, in un PalaLottomatica che si auspica vestito a festa per l'occasione e pronto ad accompagnare la truppa capitolina verso l'obiettivo dichiarato: una nuova finale tricolore contro Siena. Per questo l'avversario merita il massimo rispetto, ma non può togliere il sonno. Iniziare col piede giusto indirizzerebbe la serie in modo già netto; e disputare una partita ogni 2 giorni, per chi come Biella ha costruito una squadra affrontando tutta una stagione con un singolo impegno a settimana, farà la differenza e non potrà non fare emergere i veri valori del campo.

I CELTICS ABDICANO IN ANTICIPO

I campioni in carica si fermano, in finale di Conference contro uno scatenato James ci va Orlando. All'orizzonte, una sfida tra superstelle per l'anello 2009.

Tra sospirate conferme e almeno parziali colpi di scena, nella notte i playoff NBA hanno visto completarsi il quadro delle finali di Conference. Chi continua il proprio sogno, la rincorsa verso il titolo 2009, sono i Los Angeles Lakers di Bryant: la vittoria 89-70 contro gli Houston Rockets in gara 7 porta i gialloviola alla serie successiva, dove i Denver Nuggets li attendono comodamente già da 4 giorni. Anche in una serata di numeri non roboanti da parte di Kobe, ai Lakers basta un Pau Gasol da doppia doppia (21 punti e 18 rimbalzi) per portare a casa un successo mai in discussione contro i texani sempre privi di Yao Ming. La franchigia del Colorado guidata in campo da Melo Anthony è avvisata: i ragazzi di Phil Jackson non vogliono mancare l'appuntamento con la seconda finalissima consecutiva.

Se sulla costa ovest tutto procede secondo i pronostici, la notizia più clamorosa arriva dall'altra parte degli USA. Il colpaccio in gara 7 - contro le attese della vigilia e contro il fattore campo - lo mettono a segno gli Orlando Magic, che grazie al trionfo esterno 101-82 a Boston estromettono i Celtics campioni in carica. L'eroe inatteso è Hedo Turkoglu: il turco cala un asso da 25 punti con 9/12 al tiro, rendendo definitivamente palesi i limiti di una squadra, quella di Pierce e Allen, in questa stagione quasi mai del tutto convincente. Confermarsi sul tetto del mondo è sempre la parte più difficile del lavoro, e coach Doc Rivers non ha fatto eccezione. Nella finale della Eastern Conference, saranno Dwight Howard e compagni a fronteggiare i favoritissimi Cleveland Cavaliers di King James.

Di certo Lebron - l'MVP dell'anno - non vorrà fermarsi proprio ora, ad un passo dalla realizzazione di un'impresa: portare in pochi anni una franchigia dal nulla all'anello di campione NBA. E poiché in questi playoff i suoi Cavs sono ancora imbattuti, ottenere uno storico titolo in modo ancora più prepotente, senza sconfitte nella post season, può rappresentare un ulteriore stimolo per The Chosen One. Un obiettivo che solo lui può permettersi di raggiungere. Lakers e Bryant permettendo...

UN BALLO PER 8 INVITATE

Playoff, si parte: da lunedì 18 al via i quarti di finale della corsa scudetto. Tutti contro Siena, ma chi può realmente sperare nel miracolo?

Come puntualmente accade ogni anno dal lontano 1977, con l'arrivo della bella stagione il campionato italiano di basket entra nella sua fase più calda e più attesa, quella che assegna lo scudetto attraverso la folle corsa dei playoff. Dal 18 maggio, con gara 1 delle serie presenti nella parte bassa del tabellone, fino al 22 giugno - la sera dell'eventuale gara 7 di finale - parleranno soltanto i campi, i protagonisti delle 8 squadre impegnate ed i loro canestri. Passiamo in rapida rassegna le sfide dei quarti.

SIENA - PESARO.
Inutile sprecare troppe chiacchiere, cercare di spaccare il capello in infinite parti, trovare fragili appigli con i quali immaginare un epilogo imprevisto. I marchigiani, agguantando in extremis l'ottavo posto, hanno ottenuto il massimo obiettivo possibile per una stagione alquanto transitoria. Per Siena, da verificare la disponibilità e le condizioni di due pezzi da novanta - Kaukenas e McIntyre - ed eventuali strascichi di nervosismo mostrati nell'ultima trasferta milanese; ma la corazzata dominatrice delle competizioni italiane - una sconfitta in 34 incontri tra campionato e coppe nazionali - potrà dormire sonni tranquilli e raccogliere il passaggio del turno nelle canoniche 3 gare.
Possibilità: Montepaschi 100%, Scavolini 0%.

TREVISO - V. BOLOGNA.
Si rinnova - a distanza di 9 giorni dallo scontro diretto nell'ultima giornata disputata - il duello tra i due team che si sono contesi la quarta piazza. Chi ci arriva decisamente meglio è la Benetton: lo sprint finale nella regular season rende i verdi la vera mina vagante dei playoff, e i favori del pronostico pendono dalla parte veneta non solo per il fattore campo a favore nell'ipotetica bella. L'ultima finestra di mercato ha consentito a Mahmuti di poter contare su un roster rafforzato, specialmente grazie al jolly Kalampokis, guardia greca già decisiva, e la recente crisi di risultati delle V nere - 5 sconfitte consecutive - rende ulteriormente in salita la strada dei bolognesi verso la gloria (e l'Europa). A meno di colpi di coda e sussulti di orgoglio, sempre possibili quando si veste una maglia così ricca di tradizione e di successi.
Possibilità: Benetton 65%, LaFortezza 35%.

TERAMO - MILANO.
L'equilibrio sarà ancor più al centro della scena in questa inedita serie. La Tercas di Capobianco - giustamente eletto coach dell'anno - si presenta per la prima volta nella sua storia alla post season, forte di un terzo posto miracoloso, della carica di un gruppo compatto, giovane, sospinto da un pubblico scatenato che nelle uscite casalinghe farà presumibilmente la voce grossa. A Moss, Poeta e Amoroso il compito di guidare gli abruzzesi verso un traguardo ancora più storico. Ma il ruolo della guastafeste sembra adattissimo per una Armani che nei playoff raramente delude, determinata a mantenere il proprio posto tra le grandi del campionato e a confermarsi al via dell'Eurolega anche nella prossima stagione.
Possibilità: Banca Tercas 55%, Armani Jeans 45%.

ROMA - BIELLA.
La Virtus di N
ando Gentile, dopo il secondo posto agguantato di prepotenza con 5 successi di fila, non può di certo fermarsi di fronte ad una squadra comunque coriacea qual è Biella: l'obiettivo licenza triennale europea sembra ad un passo, e l'intero ambiente capitolino già pregusta una nuova finale scudetto contro il Montepaschi. Ai piemontesi il compito di allungare una serie sulla carta chiusa, sfruttando le solite armi dei rossoblù: il calore del proprio campo, la verve di uomini chiave come Gaines e Smith, un gioco brillante in grado - durante la stagione regolare - di sovvertire molti pronostici. Ma nei playoff, su una distanza così lunga come quella delle 5 partite, difficilmente basterà.
Possibilità: Lottomatica 85%, Angelico 15%.

CASO FORTITUDO: FINALMENTE L'EPILOGO

Anche la Corte Federale si pronuncia a sfavore della Gmac, che ora getta la spugna. Stilato il nuovo calendario dei playoff

Niente da fare per la Fortitudo Bologna: anche il secondo ricorso presentato dopo il contestato match dello scorso 10 maggio contro Teramo, dal quale la formazione allenata da Cesare Pancotto era uscita sconfitta 73-72, non ha sortito gli effetti sperati. La Corte Federale ha così confermato quanto emerso sul campo nella trentesima ed ultima giornata di regular season: gli abruzzesi della Banca Tercas mantengono ben saldo il loro storico terzo posto, mentre all'ormai ex grande del nostro basket non resta che rassegnarsi alla retrocessione in Legadue.

Se da un lato va preso atto del buon senso mostrato stavolta dalla società bolognese - contrariamente a quanto accaduto dopo il primo ricorso - nell'accettare con dignità la sentenza, anche e soprattutto per non continuare ad ostacolare il prosieguo della stagione, il rovescio della medaglia resta comunque molto amaro. Difficile, per gli addetti ai lavori come per i semplici appassionati, non provare amarezza di fronte ad un verdetto definitivo non arrivato sul parquet ma dentro un ufficio, di fronte ai destini futuri di una squadra decisi a colpi di reclami.

Così come è triste constatare la ripetuta inefficacia di quegli ausili elettronici che sulla carta avrebbero dovuto semplificare il lavoro degli arbitri sui campi. L'oggetto dell'intero contendere, dell'ira funesta fortitudina, il fantomatico precision time, non solo non ha risolto alcun problema ma ha incrementato il numero delle situazioni incerte, dei casi non risolti, ha alimentato il circolo vizioso del dubbio e del sospetto.

Ciò che resta è il non ritrovare più nella massima serie, almeno per ora, dei colori che ne sono stati protagonisti indiscussi per 16 anni ininterrotti. Mentre la Lega Basket ha già provveduto a compilare il nuovo calendario completo dei playoff, che partiranno con 4 giorni di ritardo lunedì 18 maggio, la Fortitudo retrocede ufficialmente. E' retrocessa principalmente per le sue colpe; se poi questo significa che il prossimo autunno i biancoblù saranno davvero al via del campionato di Legadue, visti ben noti problemi che affliggono qualche team di Serie A, è un'altra storia ancora da scrivere...

LA FORTITUDO CI BLOCCA TUTTI

Il nuovo ricorso presentato dai bolognesi, retrocessi domenica sul campo, costringe la Lega Basket al rinvio dei playoff. Con quali conseguenze?

Quando una stagione nasce male, tra polemiche, esclusioni, ricorsi, sentenze e amennicoli vari che si pensavano di esclusiva proprietà di altri sport più popolari nel nostro paese, è quasi ovvio che sia poi destinata a non finire meglio. A chiudere il triste cerchio iniziato oltre 7 mesi fa con le repentine estromissioni dalla Serie A di Napoli e Capo d'Orlando ci ha pensato il match di ultimo turno di regular season tra Banca Tercas Teramo e Gmac Bologna, non conclusosi alla sirena finale con i verdetti decisi dal campo: terzo posto per gli abruzzesi, retrocessione per i biancoblù felsinei.

Troppi i punti oscuri contestati dalla Fortitudo: troppo duri da digerire due canestri non convalidati allo scadere di terzo ed ultimo quarto, decisivi ai fini della sopravvivenza dell'Aquila nella massima serie. E se il primo ricorso alla Giudicante della Federazione Italiana Pallacanestro non ha trovato l'accoglienza e l'accondiscendenza che ci si augurava in casa bolognese, ecco pronto il colpo di coda, la mossa che paralizza il basket italiano. Nuovo reclamo, stavolta alla Corte Federale. E le istituzioni cestistiche con le spalle al muro, costrette quindi a fermare tutto in attesa di un'ennesima sentenza.

I playoff in via di imminente inizio subiscono un rinvio ancora non quantificabile. Perché in caso di accettazione del ricorso, la ripetizione della gara e l'eventuale vittoria di Mancinelli e compagni sovvertirebbe non solo le sorti del team bolognese - evitandogli il ritorno in Legadue dopo 16 anni - ma anche quelle di Teramo, modificando in maniera non proprio marginale la griglia della post season. In quel caso la dilatazione dei tempi di disputa della fase ad eliminazione diretta, storico cuore pulsante di uno sport come questo, diventerebbe inimmaginabile. A discapito di tutti: della preparazione di ognuna delle altre squadre che hanno sudato senza lamentarsi per 7 mesi rincorrendo i playoff, degli spettatori paganti disorientati davanti all'incertezza su quando potranno vedere dal vivo i loro beniamini contendersi uno scudetto, della credibilità di un movimento che fa fatica a reggersi anche in condizioni normali.

Per questo Zoran Savic, GM dei biancoblù, dovrebbe quantomeno cercare di rendersi conto del contenuto delle proprie dichiarazioni, quando parla di una Fortitudo "retrocessa per colpa degli arbitri". Dovrebbe quantomeno spiegare ai suoi stessi tifosi il perché di una squadra costruita senza capo né coda, presentatasi ad inizio stagione come una collezione di figurine mal attaccate su un album di carta straccia e corretta a campionato in corso senza maggiore raziocinio, priva di un gruppo, di un gioco, di un'identità. E i risultati non possono piovere dal cielo. Il campo dice che la Gmac Bologna è retrocessa, per quanto visto nell'arco di 30 partite, meritatamente: si poteva salvare almeno la faccia, Savic non c'è riuscito. Così come già da alcuni anni sembra non riuscire più a cavare un ragno dal buco all'interno delle squadre di cui è dirigente. Per le colpe interne di pochi, non può pagare l'intera pallacanestro italiana, già a secco di successi a tutti i livelli - club, nazionale, immagine - da troppo tempo.

LOTTOMATICA-NGC CANTU' 77-64

Missione compiuta in casa Virtus Roma. Dopo aver raggiunto senza più dubbi il secondo posto in classifica già al termine del penultimo turno di campionato grazie alla sudata vittoria ad Avellino, la formazione capitolina completa al meglio un cammino in regular season alquanto altalenante, spesso incerto, a tratti paradossale, ma che si conclude con quella piazza d'onore, alle spalle di Siena, sin dall'inizio inseguita come imprescindibile obiettivo stagionale. La vittoria 77-64 contro la Ngc Cantù, quinto successo consecutivo, arriva al termine di un match di certo non da ricordare, ma utile in vista degli imminenti playoff.

Con la Lottomatica scesa in campo già certa del proprio piazzamento finale, avrebbero dovuto essere i biancoblù di coach Dalmonte a presentarsi al Palaeur con animo battagliero per giocarsi le ultime chance di qualificazione alla post season; ma quella vista ieri sul parquet romano non è sembrata più una squadra degna di questo appellativo: quasi impossibile trovare contenuti tecnici appena decenti nei primi due quarti di gara - degni più che altro dello sport storicamente battezzato da Dan Peterson col nome di "ciapanò" - con la Virtus che pur passeggiando non trova resistenze da parte del team brianzolo, apparso totalmente disunito, allo sbando a livello di spogliatoio e platealmente contestato dai tifosi lombardi arrivati fin sotto la volta del Nervi.

Per Nando Gentile c'è così modo di sperimentare e di poter dosare al meglio le forze degli uomini a disposizione, pensando agli impegni che verranno. Tanti i minuti concessi a Brandon Jennings, maggiore spazio rispetto alla media anche per un eccellente Gigli e per Brezec, un minimo di riposo in più invece per chi ha tirato la carretta lungo tutta la stagione, da Jaaber ad Hutson, fino ad un pienamente ritrovato Sani Becirovic. La partita sembra destarsi da un altrimenti inesorabile torpore soltanto nel finale della terza frazione, quando Kevinn Pinkney decide di distinguersi dalla massa inerte dei suoi compagni di squadra arrivati quasi per caso da Cantù, e con una serie di canestri pesanti sembra riaccendere qualche fioca fiammella di equilibrio e di spettacolo.

Ma è un fuoco di paglia: la Lottomatica non perde mai il controllo sul match, anche i giallorossi trovano la via del canestro con un minimo di continuità in più, tanto per non far concludere la gara con un punteggio imbarazzantemente basso, e negli ultimi 40 secondi c'è gloria anche per il quasi 17enne romano Valerio Staffieri, il cui canestro è accolto - come sempre quando un debuttante trova i primi punti in serie A - dall'ovazione del pubblico. Roma chiude quindi in scioltezza, con 4 elementi in doppia cifra e, tra le altre voci statistiche, la bellezza di 22 assist: sintomo di una voglia di giocare insieme, come un vero gruppo, che nell'arco di 30 partite è spesso mancata, ma che diventa imprescindibile quando si arriva a giocarsi un campionato nella fase ad eliminazione diretta.

Fase, quella dei playoff, che da giovedì vedrà la Virtus affrontare nei quarti di finale l'Angelico Biella, classificatasi al settimo posto. Avversario che negli anni è stato spesso ostico per i colori capitolini, ma che immaginiamo non possa togliere il sonno ad una formazione il cui obiettivo dichiarato è la finale scudetto, e che ieri ha dato una dimostrazione di maturità, contro quei pochi che fantasticavano sulla possibilità per Roma di evitare l'incrocio con Biella, perdendo il match contro Cantù. Opzione che per fortuna di tutti è stata smentita dai fatti. Perché questo tipo di calcoli - degni di chi può solo pensare in piccolo - si lasciano volentieri a chi è piccolo, e perché l'abitudine a vincere si alimenta, si costruisce, soltanto vincendo. Come la Lottomatica ha fatto e, speranza di tutti, vuole continuare a fare.

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