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100% PALLACANESTRO, ITALIANA ED INTERNAZIONALE

CLAMOROSO AL CIBALI

Come nei peggiori incubi. Non si è giocato nel mitico stadio catanese ma al palazzetto di viale Tiziano, eppure quanto accaduto ieri sera tra Lottomatica e Carife Ferrara ha del fortemente inaspettato, con le caratteristiche di una sceneggiatura scritta da una mente abile e cinica: il ritorno dell'ex Ray che si sveglia e si scatena sul più bello, la Virtus che si scioglie man mano sotto i colpi dell'americano ma non soltanto, i giocatori giallorossi che lasciano il campo tra le polemiche dopo il colpaccio operato dalla formazione emiliana, vittoriosa nella capitale per 88 a 93.

Roma si presenta ancora una volta con assenze importanti - al solito Becirovic si è aggiunto Rodrigo De la Fuente, entrambi a referto ma presenti in panchina solo per fare numero - ma nei primi minuti di match se ne accorgono in pochi. Gli uomini di Gentile sembrano poter scappare nel punteggio da un momento all'altro, e chiudono i primi 10 minuti con buon margine di vantaggio e 25 punti segnati, ottenendo buone cose anche dai discussi Douglas e Brezec. Troppo bello per essere vero?

Indiscutibilmente sì. Perché se nel secondo quarto la Lottomatica trova numeri e giocate da sogno da un eccellente Datome e ritrova l'Andre Hutson da battaglia che i tifosi più amano, numerose ingenuità dei padroni di casa consentono agli ospiti di mantenersi costantemente in linea di galleggiamento e di non perdere mai la scia, grazie soprattutto al "nanerottolo" Andre Collins dalla chirurgica precisione al tiro. La Carife trova contributi di altissima efficacia perfino dai gregari come Allegretti, così il risicato vantaggio capitolino resta tale anche dopo l'intervallo, fino a pochi secondi dalla conclusione del terzo quarto: fino a quel momento, il tabellino di Allan Ray riporta 4 punti segnati, e una prestazione complessiva a dir poco incolore. Ma proprio in quel momento, un tiro da 3 a fil di sirena dell'ex Villanova riporta Ferrara a -1.

L'ultima frazione di gioco riparte sulla stessa lunghezza d'onda, con un Ray ormai scatenato che trascina i suoi al primo vantaggio del match: una tripla, un gioco da tre punti, iniziative personali al limite; quanto basta per far crollare il castello di carte di una Virtus ormai alle corde psicologicamente, tenuta viva nel finale da un Ibby Jaaber commovente, mai domo, ma che da solo non può bastare per impedire ai bianconeri di coach Valli di espugnare il PalaTiziano. I primi ad uscire dal campo sotto gli insulti sono i direttori di gara, ma le principali colpe della disfatta non possono essere di certo attribuite a loro e ad una discutibile decisione su un fallo antisportivo.

Il contraccolpo in classifica sembra già molto pesante: con la La Fortezza Bologna sopra nei punti e negli scontri diretti, alla pari con Teramo, con Treviso e Milano ormai alle calcagna, la speranza è che la Lottomatica vista nelle ultime uscite sparisca al più presto. Proprio nel momento in cui sono venuti meno gli impegni europei e i conseguenti due impegni fissi a settimana, invece di trarne giovamento per il campionato la formazione romana sembra essersi sciolta come neve al sole. E le 2 sconfitte in 2 gare contro l'onesta truppa ferrarese - matricola che mai prima di quest'anno aveva visto la Serie A - rischiano di diventare presto motivo di rimpianto.

La gara di andata in Emilia segnò il punto più basso della gestione-Repesa, con le conseguenze che tutti ricordano. Oggi quest'ulteriore battuta d'arresto - se possibile ancora più dolorosa - rischia di incrinare le poche certezze rimaste in casa Virtus e riproporre agli appassionati un film già visto: con un Gentile in confusione nella gestione della squadra, delle rotazioni, del gioco, che sembra sempre più simile al suo predecessore; con troppe facce smarrite e timorose in campo; con quella che sembra sempre più spesso una collezione di nomi e di figurine piuttosto che una squadra, un gruppo che dia il massimo e che metta in campo ciò che sa fare per 40 minuti su 40, il prossimo futuro appare nebuloso. Nel momento in cui, tra poco più di un mese, bisognerà fare i conti con la classifica finale e con gli avversari che verranno nei playoff, l'augurio è che questi nefasti presagi risultino infondati...

25 ANNI FA....

Si chiamava Coppa dei Campioni. Il suo fascino e il suo prestigio non erano di certo inferiori a quella che oggi ha assunto il nome di Eurolega. E una sera di un quarto di secolo fa, il 29 marzo 1984, veniva alzata verso il cielo e il tetto del Palazzo del ghiaccio di Ginevra da Fulvio Polesello, il capitano della Virtus Banco di Roma.

Una squadra strana, quella, irripetibile sia nel bene che nel male. Lo scudetto conquistato l'anno precedente - rimasto l'unico tricolore vinto nella capitale, almeno nell'era moderna, dal dopoguerra in poi - non venne difeso, anzi il Banco non riuscì neanche a raggiungere i playoff; ma il cammino in Europa fu indimenticabile. Fino al trionfo nella finale ginevrina, contro quel Barcellona guidato in campo dal fuoriclasse Juan Antonio San Epifanio che nelle fasi precedenti aveva sconfitto la Virtus in 2 incontri su 2.

Una squadra irripetibile anche - se non soprattutto - per la sua composizione. Due americani, di quelli che sapevano fare la differenza e di cui - nel caso del "folletto" Larry Wright - ancora oggi si parla come a voler tramandare una leggenda lontana, e l'ossatura ampiamente romana del resto della rosa sembrano oggi immagini lontane, sbiadite, teorie impossibili da mettere in pratica nella costruzione dei roster contemporanei...

Ma ciò che forse lascia quel pizzico in più di amaro in bocca è vedere come la Virtus del 2009 sembra non avere - o peggio, non voler avere - più di tanto da spartire con chi ha invece regalato a questo nome, a questa società, i momenti e i trofei più importanti, con chi ha lasciato in eredità il titolo di Campione d'Europa ricevendo in cambio, 25 anni dopo, due scarne righe di comunicato su internet e uno stendardo che pende freddamente dal soffitto del Palaeur.

Ah, non lo chiamano più così... Nemmeno quello...

24° GIORNATA DI SERIE A

Il 24° turno di campionato, che si svolgerà interamente domani, senza i consueti anticipi odierni ma spezzettato su infiniti orari per permettere a Sky di dedicare al basket nostrano una intera giornata di programmazione, segnerà l'inizio del mese e mezzo di rush finale della regular season, con quasi tutte le squadre ancora in corsa per raggiungere il rispettivo obiettivo stagionale.

La Lottomatica Roma sarà impegnata alle ore 21 al PalaTiziano contro la Carife Ferrara. Il principale motivo d'interesse - forse anche l'unico, soprattutto per i tifosi capitolini - sarà il ritorno nell'urbe di un ex fin troppo discusso: Allan Ray. Nella storia recente, pochi giocatori hanno saputo accendere diatribe e scatenare divisioni quanto la guardia arrivata a Roma dai Boston Celtics nell'estate 2007; in un anno e mezzo in maglia Virtus, il "Raggio" ha fatto parlare di sé nel bene e nel male, lasciando sprazzi di talento puro, sporadiche prestazioni mostruose al tiro, ma anche tanta discontinuità, svariati segnali di non ambientamento e una apparente svogliatezza mal digerita da molti. In Emilia ha trovato più minuti in campo, e un ruolo di leader che gli offre più opportunità di tiro, con conseguente guadagno in termini di punti realizzati.

Il timore è certamente quello di vederlo esprimersi al meglio proprio contro gli ex compagni, ora che la Virtus lo ha lasciato andare, gettando nuova benzina sul fuoco delle polemiche anche per gli inevitabili paragoni con chi lo ha sostituito nel roster di Gentile, quel Ruben Douglas che invece ha finora raccolto giudizi unanimi - ma non in positivo - tra gli appassionati locali. In attesa di guarire dal mal di trasferta che ultimamente la sta affliggendo, la Lottomatica dovrà lasciare da parte questi pensieri e dare un segnale forte: un segnale di compattezza, di ritrovata combattività; da qui a fine stagione regolare difficilmente saranno accettabili e rimediabili nuovi pesanti passi falsi. Una prestazione convincente tra le mura amiche infonderebbe nuova fiducia a tutto l'ambiente.

Il resto del programma di giornata è nettamente dominato dalla presenza del derby di Bologna, un derby che propone una situazione di classifica inedita, almeno da molti anni a questa parte: si gioca in casa Fortitudo, e i nervi dei biancoblu - penultimi - saranno di certo i più tesi. Per la Virtus, l'occasione di vincere una stracittadina e mettere i cugini con un piede in Legadue sembra ghiotta. La quarta forza del campionato, Teramo, ospita una Rieti ormai ridotta all'osso, mentre la lotta per agguantare i posti playoff propone Scavolini Pesaro-Benetton Treviso e Ngc Cantù-Premiata Montegranaro: per le due formazioni di casa, i 2 punti varrebbero oro e metterebbero una buona ipoteca sulla post season.

Con il Montepaschi che non disputerà il proprio match contro l'Air Avellino (le due squadre hanno concordato il rinvio della gara per i ravvicinati impegni europei di Siena), restano le sfide tra Caserta e Biella - una a caccia dei definitivi punti salvezza, l'altra col proposito di restare in scia all'ottavo posto - e quella tra Udine e Milano: per i friulani sarà l'ennesima "finale" per la sopravvivenza nella massima serie.

QUARTI DI EUROLEGA, IL PUNTO

La nuova formula che da questa stagione caratterizza la massima competizione cestistica continentale - con i quarti di finale per la prima volta articolati in serie al meglio delle 5 partite - ed i tempi stretti che il torneo richiede hanno fatto sì che le 8 formazioni rimaste a contendersi l'Eurolega si siano affrontate già due volte in una sola settimana, con gara 1 e gara 2 dei quarti disputate a distanza di due giorni.

I pronostici della vigilia sembrano essere finora tutti rispettati. Quelli che sulla carta apparivano gli incroci più squilibrati, con una formazione unanimemente o quasi riconosciuta come favorita per l'accesso alle Final Four di Berlino, sono gli unici nei quali il conteggio delle gare vinte segna un netto 2-0: sia l'Olympiacos Atene che il Cska Mosca hanno avuto la meglio in entrambi i match sui rispettivi avversari, Real Madrid e Partizan Belgrado.

Chi non dovrebbe avere particolari problemi - considerando che la prossima settimana le due seguenti partite si disputeranno a campi invertiti - è il Cska campione in carica: la formazione allenata da Messina dovrà fronteggiare martedì prossimo i 22.500 spettatori della Beograd Arena, ma la solidità e l'esperienza dei russi - dimostrate in gara 1 e 2 tenendo gli avversari sempre a punteggi bassissimi - sono tali da lasciare poche speranze di allungamento della serie ai comunque bravissimi giovanotti serbi. Più complicato sarà per l'Olympiacos passare sul sempre ostico campo del Real: gli spagnoli hanno tenuto duro in entrambi i match disputati al Pireo, uscendone sconfitti sempre a testa altissima e con scarno margine (88-79 e 79-73). Logico che le merengues metteranno in campo tra le mura amiche il 110% dell'impegno; potrebbe però anche non bastare per portare a gara 5 una formazione, quella greca, che ha oggettivamente un roster più ampio e più forte.

Nelle rimanenti due sfide, Barcellona-Tau Vitoria e Panathinaikos-Siena, il "tabellone" segna un 1-1 che rispecchia l'enorme incertezza sulla carta prevista sin dall'inizio. Chi martedì ha spaventato l'Europa intera è stato il Tau, imperiosamente vittorioso a Barcellona per 75-84 grazie ad una sontuosa prestazione di squadra. I blaugrana hanno però subito saputo rispondere da campioni, con un nettissimo 85-62 nella gara 2 di ieri che ristabilisce la parità nella serie e getta mille incognite su quanto accadrà nel suo prosieguo. Si va a Vitoria, e la sensazione è che nessuno si stupirà se sarà necessario tornare poi in Catalogna per la "bella", per una gara 5 che sarebbe il degno coronamento di un duello equilibrato sotto ogni aspetto.

Veniamo all'unica italiana presente, il Montepaschi, artefice di due match di altissimo livello disputati sul campo del Panathinaikos. Alla sudata vittoria 90-85 dei greci in gara 1, ha fatto seguito ieri l'impresa dei campioni d'Italia, corsari ad Oaka col punteggio di 79-84. La realtà dei fatti è che Siena si è presentata all'appuntamento con gran parte dei suoi elementi chiave nuovamente in forma smagliante: McIntyre, Sato e Kaukenas hanno dato spettacolo ad Atene, supportati da tutto il resto del roster, dando dimostrazione - nella vittoria come anche nella sconfitta - di cosa significa essere un vero gruppo, una vera squadra, ed esprimersi come tale in campo per 40 minuti su 40. Come era stato detto che il Montepaschi è una delle poche formazioni europee in grado di battere il Pana sul proprio campo, è altrettanto vero che i verdoni greci possono fare altrettanto vincendo a Siena: gara 3 e 4 si disputeranno al PalaMensSana, il clima sarà rovente, ogni pallone peserà quintali, e l'impressione è che a preparare le valigie per il viaggio a Berlino sarà la squadra che avrà più "attributi". Non mancano da entrambe le parti, per cui la storia è ancora tutta da scrivere e da sudare.

CORSA VERSO IL SECONDO POSTO

Da qui alla sera del 10 maggio, quando suonerà la sirena finale dell'ultimo turno di regular season, il principale motivo di interesse del campionato continuerà ad essere la lotta per la conquista della seconda piazza in classifica, alle spalle dell'inarrivabile Montepaschi, approdo fondamentale per gli almeno teorici vantaggi che potrà fornire nei successivi playoff ma non soltanto: al favore del fattore campo nella serie di semifinale, si è aggiunta quest'anno anche la caccia alla licenza triennale di Eurolega, contesa tra Virtus Roma e Virtus Bologna.

La terza formazione al momento all'inseguimento del secondo posto è la sorpresa della stagione, la Tercas Teramo di Poeta e Amoroso, per la prima volta nella sua storia propositiva a così alti livelli. Nonostante la sconfitta proprio del team abruzzese nell'ultima giornata disputata abbia accorciato la classifica, facendo avvicinare le di nuovo ambiziose Treviso e Milano, l'analisi di ciò che potrebbe accadere nelle ultime 7 giornate per quanto riguarda il conseguimento della piazza d'onore rimane ancora limitata a queste tre squadre.

Un esame complessivo dei rimanenti turni che porteranno alla definizione della griglia dei playoff, fa innanzitutto notare che la Virtus Bologna sarà l'unica delle tre a dover affrontare 4 trasferte, con 3 impegni in casa. I ragazzi di Boniciolli sono coloro che hanno apparentemente il calendario più impegnativo: il derby di domenica prossima contro una Fortitudo mossa dalla forza della disperazione sportiva sarà soltanto il primo passo, e le V nere sono l'unico team di vertice a cui rimane ancora l'ingrato compito di dover fronteggiare la capolista Siena. Una pietra fondamentale lungo il cammino la metterà però lo scontro diretto del sabato di Pasqua, l'11 aprile, tra Teramo e i bolognesi. Nel caldissimo campo abruzzese ha sudato sette camicie perfino il Montepaschi, ed è logico pensare che la formazione biancorossa giocherà gran parte delle proprie carte in questa irripetibile occasione, così come punterà al bottino pieno in tutte le restanti uscite casalinghe.

Il calendario sembra solo un minimo più favorevole per la Lottomatica, che però dovrà non sbagliare nessun colpo in casa - Milano e Cantù gli ultimi due ostici ostacoli tra le mura amiche - e raccogliere punti pesanti tonnellate in quelle che saranno 3 trasferte non proprio semplici, a Treviso, Montegranaro ed Avellino. Curioso notare come le prime due di queste formazioni - la Benetton e la Premiata - dovranno entrambe affrontare tutte e tre le aspiranti al secondo posto, diventando così inconsapevoli "arbitri" della contesa. Il match di penultimo turno, a Teramo, tra Tercas e Benetton e quello dell'ultima giornata nel quale i trevigiani faranno visita alla La Fortezza assegneranno punti decisivi, e se i verdi della Marca vi arriveranno con ancora ambizioni di inserimento tra le prime quattro, se ne vedranno delle belle.

L'impressione - che difficilmente crediamo verrà smentita nell'immediato futuro - è che si arriverà a giocare le gare del 10 maggio con tutti i piazzamenti importanti ancora da definire, e che all'ultima sirena della regular season potrebbe essere necessario districare diverse situazioni di parità in classifica. Proprio per questo i molti scontri diretti varranno ben più dei canonici 2 punti, rendendo lo spettacolo in campo ancora più entusiasmante e restituendo a questo campionato italiano un pathos e una tensione agonistica troppo spesso latitanti.

LA FORTEZZA-LOTTOMATICA 89-74

La sfida tra le due principali pretendenti al ruolo - più platonico e virtuale che concreto - di anti-Siena, ha messo di fronte le due Virtus del campionato; ma a Bologna se n'è vista più che altro una sola, quella padrona di casa alla Futurshow Station. La Virtus arrivata in Emilia dalla capitale ha infatti mostrato ancora una volta i principali difetti che stanno caratterizzando questa sua strana stagione, uscendo sconfitta 89-74, ma con un margine forse ancora più netto sul piano del gioco e del morale.

Dopo i primissimi minuti di gara quantomeno promettenti, è bastato poco alla Lottomatica per essere sopravanzata dai bianconeri, ben guidati da un coach Boniciolli abilissimo nel gestire le rotazioni dei suoi, ma allo stesso tempo altrettanto deciso nello stabilire le giuste gerarchie interne al suo roster; non si può dire che lo stesso sia riuscito anche sulla panchina romana. Da subito la Lottomatica si intestardisce troppo nei tiri dalla lunga distanza, ma le polveri dei suoi tiratori sono bagnate: il +12 con il quale le V nere vanno negli spogliatoi dopo i primi due quarti sembrano già segnare la rotta del match.

Nella ripresa, proprio quando tutto sembrava perduto, è Ibrahim Jaaber a cercare di dare una scossa ai suoi compagni in maglia giallorossa ed a riprendere per i capelli la partita: la raffica di punti messi a segno dall'americano-bulgaro riporta la Virtus fino al minimo svantaggio. Ma mai come in questo caso una sola rondine non può fare primavera. E il pur straordinario Ibby - coadiuvato dai soliti Gigli e Datome, non le persone giuste però dai quali pretendere miracoli - non può da solo reggere l'urto di una La Fortezza che anche nel momento del quasi aggancio si è dimostrata nettamente più squadra, più gruppo, ristabilendo le distanze nell'ultima frazione e non perdendo più le redini del match fino alla sirena finale, con punti e giocate importanti arrivate da tutti i giocatori chiamati in campo.

Se la cronaca si può ridurre così, all'essenziale, le riflessioni post-gara possono essere molteplici. Appurato che la Virtus Bologna è una sorta di nuova bestia nera per questa Lottomatica (3 sconfitte in 3 incontri stagionali parlano da sole), appare altrettanto desolatamente evidente che Roma si smarrisce quando arrivano le occasioni importanti, quelle in cui dimostrare che non si è solo una collezione di 12 tasselli ma una squadra vera, concentrata e determinata a meritare gli obiettivi prefissati. Questa Virtus non sembra purtroppo diversa da quella di Repesa e delle 5 sconfitte consecutive; enorme discontinuità di rendimento all'interno di una stessa partita, gioco e schemi spesso latitanti, gerarchie e ruoli in campo dai contorni indefiniti, troppi sguardi senza la necessaria "cattiveria" agonistica. Se la vera Lottomatica è questa, oppure quella vista altre volte che fa la forte con squadre oggettivamente più deboli, non si comprende.

Nasce però il sospetto che i veri problemi siano a monte, alla radice, quando si confronta questa Virtus con una squadra come la Virtus bolognese. C'è chi ha costruito il roster intorno all'apparentemente desueto e obsoleto asse play-pivot di una volta, affidando i due ruoli ad elementi come Boykins e Ford - mix di fantasia e forza fisica, garanzie di rendimento e di esperienza -, e chi ha tentato di fare altrettanto con i presunti colpi Jennings e Brezec, devastanti solo sotto il sole d'estate e poi diventati sempre più due irritanti pesci fuor d'acqua nel mare del campionato italiano. C'è chi la propria guardia tiratrice l'ha pescata senza clamori da Biella e chi la sua l'ha estromessa dalla rosa nel momento meno opportuno, sostituendola dopo oltre due mesi di "vacanza" con un elemento di pari valore soltanto nelle non credibili dichiarazioni di chi lo ha portato a Roma. Ora che il secondo posto è momentaneamente perso, è d'obbligo che tutti in casa Lottomatica ritrovino la giusta rotta: forse è tardi per correggere degli errori, non lo è per dimostrare volontà e unità d'intenti.

SERIE A, 23° GIORNATA

Il programma della 23° giornata della Serie A di basket - escludendo il suo clou nel posticipo domenicale tra le due Virtus di cui si è già trattato - sembra a prima vista offrire un turno apparentemente interlocutorio, che non lascerebbe presagire eccessivi scossoni. Ma ad un esame più attento dei match che avranno luogo tra oggi e domani, gli spunti di interesse diventano molteplici.

Con Siena che tanto per cambiare dovrebbe avere vita tranquilla nell'impegno casalingo contro l'Angelico Biella, a vivacizzare le sorti delle zone alte della classifica ci penserà la Banca Tercas Teramo, attesa a Pesaro per una insidiosissima trasferta contro una Scavolini bisognosa di punti: per i marchigiani, perdere colpi anche in casa sarebbe un notevole handicap nella corsa verso gli ultimi posti disponibili per i playoff.

La caccia al miglior piazzamento possibile in vista della post season sarà la principale ragion d'essere di una interessante - e presumibilmente equilibrata fino in fondo - Ngc Cantù-Benetton Treviso; mentre la sfida di Avellino tra le due ex grandi per una stagione, le rivelazioni del 2008, l'Air e la Premiata Montegranaro, profuma di spareggio per un eventuale ottavo posto finale. In caso di sconfitta, per i padroni di casa campani rischiano di non esserci molte altre chance di rilancio.

Come quasi ogni domenica, la parte bassa della classifica offrirà un panorama ricco di sfide ad alta tensione. Gli eroi di Rieti aspettano l'arrivo al PalaSojourner di un'altra grande, o presunta tale: contro l'Armani Jeans Milano avverrà l'ennesima impresa? La gara di Udine tra la Snaidero e l'Eldo Caserta è l'ultima spiaggia per i padroni di casa, già ampiamente ultimi; un'ulteriore battuta d'arresto, contro una diretta concorrente, scaverebbe un abisso in classifica e metterebbe virtualmente fine alla lunga avventura degli arancioni nella massima serie.

Chiudiamo con il match sicuramente più atteso, nonché il più inaspettato ad inizio stagione, riguardante la lotta-salvezza. Il derby emiliano tra la Carife Ferrara e la Fortitudo Bologna sa di scontro non adatto ai deboli di cuore: la neopromossa che mai prima aveva visto la Serie A e l'ex grandissima - protagonista di 10 finali scudetto - in crisi, a battersi per evitare una retrocessione in Legadue. Per entrambe, una sconfitta rischierà di lasciare strascichi pesanti a livello psicologico. Nel caso della Fortitudo, le eventuali conseguenze potrebbero essere catastrofiche.

VERSO LA FORTEZZA-LOTTOMATICA

In un campionato nel quale la lotta per il primato non esiste e il predominio di una squadra su tutto il resto della compagnia non è mai in discussione, una sfida realmente di cartello, un vero big match tra due grandi che si contendono uno stesso ambizioso obiettivo, rischia di diventare merce rara. Per questo, l'attesa per la sfida tra La Fortezza Bologna e Lottomatica Roma - quasi uno spareggio per la piazza d'onore in classifica - acquista ulteriore linfa.

Domani sera alle 21, la Virtus Roma salirà a Casalecchio di Reno per difendere i risicati 2 punti di vantaggio sulla Virtus bianconera di Boniciolli. Considerando però la sconfitta interna nella gara di andata, con la formazione allora allenata da Jasmin Repesa che sciaguratamente buttò via - con una terribile gestione del match nel secondo tempo e con tanto di "suicidio" finale - un risultato positivo che sembrava già acquisito, l'unico modo che i giallorossi hanno per mantenersi al secondo posto è la vittoria.

Tra le due compagini, quella che arriva alla partita con più cerotti è sicuramente la Lottomatica: ancora non arruolabile Becirovic, disponibili ma più o meno acciaccati per cause varie altri elementi (Gigli, Jaaber, De la Fuente, Brezec). Dall'altro lato, chi si presenterà sul parquet al completo nel roster ma con più stanchezza nelle gambe sarà la formazione bolognese, impegnata per ben due volte in 4 giorni nell'insulso EuroChallenge. Vedremo se la speranza da parte romana di trovare Boykins e compagni più provati fisicamente a causa degli impegni europei avrà fondamento.

Se la gara di andata ha insegnato qualcosa, la chiave della partita per la Virtus Roma sarà principalmente il contenere proprio quell'Earl Boykins che fa dell'esperienza e dell'imprevedibilità le sue armi migliori, quel Boykins che lo scorso 30 novembre al Palaeur colpì senza pietà e fece crollare quasi da solo le flebili certezze dei capitolini. In questo senso il lavoro difensivo di Ibby Jaaber - giocatore ormai ben diverso da quello visto all'andata - sarà a dir poco fondamentale, e coach Gentile necessariamente dovrà chiedere qualcosa in più, su entrambi i lati del campo, anche da un Jennings ancora atteso a quegli alti livelli finora solo intravisti.

Un successo esterno della Lottomatica metterebbe 4 punti di distacco in classifica tra le due contendenti, margine non di sicurezza ma possibile ipoteca sull'obiettivo secondo posto; al contrario, una vittoria delle V nere rimetterebbe tutto in equilibrio, con 7 giornate da affrontare ed un calendario che a prima vista sembrerebbe poter favorire lievemente la Virtus Roma. In ogni caso - senza voler sminuire i meriti della Tercas Teramo, terzo incomodo nella corsa alla piazza d'onore ed artefice di una stagione da applausi - la storia tra queste due duellanti non terminerà di certo alla sirena finale di domani sera, ma probabilmente a quella dell'ultimo turno di stagione regolare.

L'ITALIA PER GLI EUROPEI

A pochi mesi dall'appuntamento con la fase di ripescaggio che determinerà ad agosto l'ultima nazionale partecipante ai Campionati Europei di basket 2009, la squadra italiana che affronterà questa autentica impresa è ancora in alto mare, tutta o quasi da definire.

L'attenzione e l'attesa di tutti sono principalmente rivolte ai nostri giocatori che disputano il campionato NBA e alle loro decisioni in proposito. Perso al 100% Gallinari (i nuovi problemi alla schiena porteranno ad una imminente operazione chirurgica, stagione finita per lui), le prospettive azzurre per il prossimo futuro dipendono in larga parte da Andrea Bargnani e Marco Belinelli. Sinceramente, non crediamo ci sia ragione per cui le loro rispettive franchigie non dovrebbero permettergli di liberarsi e di trascorrere il periodo estivo con la Nazionale. Quanti altri grossi nomi della NBA - europei ma non solo - ormai da anni non saltano un appuntamento internazionale con la maglia del loro paese, a meno di impedimenti di natura fisica? Tutto lascia pensare che la decisione finale dipenderà soltanto da loro, dall'intelligenza che questi due atleti dimostreranno.

Il resto della squadra italiana - con l'eccezione di Hackett, ormai una realtà consolidata del basket universitario americano ed un elemento che merita la fiducia del commissario tecnico - andrà per forza di cose ricercato in quelle che sono le poche indicazioni fornite dal nostro campionato. Non c'è più spazio per le cariatidi, per le vecchie glorie al canto del cigno, per le convocazioni quasi obbligate. Chi sta esprimendo qualcosa di buono nella nostra piccola Serie A, dovrà essere premiato. L'unica eccezione poteva essere il buon vecchio Gianluca Basile, artefice di una stagione a livelli quasi dimenticati, ma che il Barcellona continuerà a non far andare in azzurro.

A questo punto si può provare ad azzardare i primi nomi, ruolo per ruolo.
Play: Giuseppe Poeta e Daniel Hackett.
Guardie: Marco Belinelli.
Ali piccole: Stefano Mancinelli e Gigi Datome.
Ali Grandi: Angelo Gigli e Valerio Amoroso.
Centri: Andrea Bargnani e Andrea Crosariol.

Mancano una guardia di ricambio per Beli, un undicesimo tra i lunghi e un dodicesimo uomo a chiudere il reparto degli esterni. I nomi fatti sopra permetterebbero un discreto mix di tecnica, fantasia, grinta, cuore e versatilità. Da qui a fine stagione ci sarà modo di completare la rosa; ma già se la maggior parte di questi elementi arriverà all'appuntamento in condizioni fisiche e mentali adeguate, non sarà solo l'Italia a dover temere gli avversari.

I VOTI DELLA SETTIMANA

10 e lode, e se fosse possibile, anche di più: alla Solsonica Rieti. Non avevo previsto un ulteriore miracolo da parte della formazione laziale, dopo quello contro la Virtus Bologna, ma è stato piacevole sbagliare. Con 7 giocatori a disposizione, nuova vittoria, e stavolta in trasferta, in una piazza ostica per molti come Biella, al termine di un match sempre in vantaggio al termine di ogni parziale. Si avvicina a grandi passi la fine del mese, dopo il quale potrebbe davvero arrivare il crac, ma è arrivata l'ennesima dimostrazione di come questa piazza non meriti una nuova fine ingloriosa. A Papalia, Lardo e tutto lo staff reatino va il massimo incitamento possibile.

10: ad Andrea Bargnani. Reduce da una forte influenza che lo aveva perfino costretto ad abbandonare il campo dopo pochi minuti nella precedente partita, il nostro è il protagonista indiscusso della netta vittoria dei suoi Raptors contro gli Indiana Pacers. Ancora una volta - ormai nessuno le conta più - sopra i 20 punti segnati, stavolta sono 27, sfiorata la doppia doppia grazie a 9 rimbalzi, ottime percentuali al tiro, con due soli errori dal campo e 100% da 3 punti. La crescita ormai non più in discussione del Mago si nota anche in quelle voci statistiche che erano i suoi punti più deboli: non soltanto stanno crescendo i rimbalzi, sempre troppo pochi solo secondo i suoi detrattori, ma Andrea sale di colpi anche nel diminuire le palle perse e i falli commessi. Questa stagione è andata, Toronto non andrà ai playoff, la palla - per costruire una squadra più ambiziosa - passa ai dirigenti canadesi.

8: alla Eldo Caserta. Quanto accaduto circa un mese fa per colpa di un manipolo di presunti tifosi rischiava di destabilizzare lo spogliatoio e di smembrare una formazione comunque attrezzata a sufficienza per evitare la retrocessione; ma la vera passione dei veri appassionati campani ha avuto la meglio, e i bianconeri di Frates non potevano che giovarne nei risultati sul campo. La vittoria di ieri contro una diretta concorrente mette una pesante ipoteca sulla salvezza, che ad oggi sarebbe del tutto meritata.

4 e mezzo: alla Fortitudo Gmac Bologna. Quell'aquila imbattibile nel fortino del Paladozza, ed in grado di espugnare potenzialmente qualsiasi campo, è un ricordo lontano. Abbiamo finito il cuore, ci vediamo ai playoff, recitava uno striscione dei tifosi biancoblu due anni fa, all'inizio della crisi: gli ottimisti supporters della Fossa non solo non hanno visto i playoff quell'anno, ma neanche immaginavano di ritrovarsi nella situazione attuale, con la loro squadra a 2 punti dalla retrocessione in Legadue ad 8 giornate dal termine. In due anni, tra cambiamenti societari e troppe scelte alquanto fallimentari in campo e in panchina, quella che era una abituale partecipante alla finale scudetto sembra diventata una inguaribile nobile decaduta. E l'uscita dal tunnel ancora non si vede.

3: al Palazzetto di viale Tiziano. E' tutto sommato gradevole tornarci a giocare saltuariamente - come ieri e come accadrà tra due settimane - ma questo non deve riaccendere una vecchia diatriba tra gli appassionati romani. E' dal 1983 che il campo di gioco delle partite interne della Virtus Roma è il Palaeur: quando questo impianto non è stato a disposizione - negli anni del suo lungo restauro - allora era d'obbligo spostarsi altrove; così come lo stesso obbligo si ha in queste sporadiche occasioni. Ma niente di più. Perché è vero che il Palalottomatica è spesso troppo grande, dispersivo, poco adatto allo sport, e che a Roma servirebbe una alternativa, ma il vecchio palazzetto non è affatto questa alternativa. L'unica squadra che da 30 anni rappresenta la capitale in serie A non può avere un impianto buono al massimo per la B1 o per realtà di profonda provincia (anche a Biella ora ne hanno uno migliore), che non aggiunge uno spettatore in più ma storicamente ne allontana, scomodo e dai servizi inesistenti, dove diventa un'impresa anche trovare un angustissimo bagno funzionante. Se mai nel futuro - non tanto prossimo - si creerà una nuova valida opzione, sarà giusto considerarla. Fino ad allora, amen.

LOTTOMATICA-SCAVOLINI 98-76

Nella 7° giornata di ritorno della regular season, pomeriggio senza insidie per la Virtus Roma di Nando Gentile contro una Scavolini Spar Pesaro giunta nella capitale con alcune assenze e scarse motivazioni. Privi di Hurd e con Carlton Myers presente solo per fare numero, i biancorossi resistono davvero una manciata di minuti ad una Lottomatica agile, reattiva, finalmente - e speriamo definitivamente - con ritrovata voglia di giocare.

In un PalaTiziano dal colpo d'occhio sufficiente, Roma si presenta ancora senza Sani Becirovic (i suoi tempi di recupero restano un mistero), e già nella prima frazione di gioco sembra poter disporre a suo piacimento dell'avversario, almeno fino a quando un paio di decisioni arbitrali forse eccessive - tra falli tecnici ed antisportivi - consentono ai marchigiani di rientrare in partita, seppur con i soli Akindele e Hicks degni di nota.

Nel secondo quarto, per la Virtus torna out Brezec, colpito fortuitamente alla testa e precauzionalmente non più rientrato neanche per sedersi in panchina, ed è in questa fase che arriva il meritato allungo per la formazione di casa: ogni giocatore chiamato in campo fa finalmente la sua parte, fornendo un rendimento sopra la sufficienza - se non fosse per un Jennings troppo spesso impreciso e confusionario - ed il vantaggio di 13 punti con cui la Lottomatica va all'intervallo basta per far alzare con largo anticipo bandiera bianca ad una Scavolini - già cortissima nelle rotazioni - apparsa davvero ben poca cosa, debole in alcuni ruoli e caratterialmente inconsistente in trasferta.

Nella ripresa c'è tanto spazio per capitan Tonolli, autore di minuti di sostanza e di qualità, non soltanto in difesa, che nel prossimo futuro potrebbero anche far comodo, ma a salire in cattedra è tutta l'ossatura italiana della Virtus. Angelo Gigli e Gigi Datome: cuore e testa, grinta e precisione, carattere e anche spettacolo. Senza nulla togliere ad altri - al pienamente ritrovato Hutson, al solito immenso Jaaber, ad un più convincente e preciso Douglas - sono loro due che hanno dimostrato ancora una volta in questa stagione di essere la vera anima della squadra.

Dopo la agevole passerella dell'ultimo quarto, c'è spazio per alcune considerazioni. Roma ha chiuso il match con il 60% nel tiro da 3; evento forse più unico che raro, ma utile per acquisire fiducia: magari in occasioni più importanti basterà anche qualcosina in meno per fare risultato. A referto per la Virtus troviamo anche 19 assist, 4 stoppate, 6 schiacciate, un +5 nel saldo tra palle perse e recuperate: se questi ragazzi ritroveranno con continuità il piacere di giocare, di divertirsi, di esprimere un gioco più fluido e piacevole, tutto l'ambiente ne gioverà.

Un'ultima provocazione: è la seconda circostanza consecutiva - dopo quella di mercoledì contro il Partizan - in cui la Lottomatica sembra esprimersi meglio senza avere in campo il suo asse sloveno sulla carta devastante, la strana coppia B&B (Becirovic & Brezec). Non vuole essere una bocciatura per nessuno, ma solo una curiosa serie di eventi. L'asso prelevato dal Panathinaikos, lo sappiamo, è decisivo e fa la differenza, quando sta bene. Da tempo Sani non sta bene, e infatti già prima di questo forzato stop non solo non faceva la differenza, ma anzi risultava spesso deleterio. Su Brezec è già stato detto tanto da troppi. Ritrovare il vero Becirovic - quello stratosferico dello scorso novembre - è la condizione necessaria per dare la giusta svolta al finale di stagione virtussino, in modo tale che la sua presenza sia non più dannosa ma di nuovo imprescindibile per tutti.

SERIE A, LA 22° GIORNATA

A 9 turni dal termine della regular season, l'unica certezza - matematicamente ufficiosa ma razionalmente indiscutibile - è il primato messo da tempo in cassaforte dal Montepaschi, mentre resta serrata la battaglia per tutti gli altri obiettivi: secondo posto, piazzamenti playoff, salvezza.

Con Siena attesa da Montegranaro (i più attenti ricorderanno che l'anno scorso ne uscì sconfitta), le tre formazioni in corsa per la piazza d'onore sono attese da impegni casalinghi: Roma contro la Scavolini dell'ex Carlton Myers, la Tercas Teramo contro il fanalino di coda Udine, mentre la Virtus Bologna affronterà domani alle 12 la sempre ostica Ngc Cantù. Il match sulla carta più aperto appare proprio quello delle V nere; anche in questo campionato la squadra canturina sta andando ben oltre le aspettative prestagionali, e da due anni il troppo sottovalutato lavoro del coach Dalmonte non sembra raccogliere la giusta quantità di elogi dall'ambiente.

Ma se i bolognesi confermeranno la recente solidità mostrata nelle ultime gare interne, allora non sarà difficile ritrovare anche domani sera la stessa situazione di classifica odierna, con la Lottomatica a mantenere due punti di vantaggio sulle inseguitrici, prima dell'attesissimo scontro diretto che il 22 marzo metterà di fronte a Casalecchio proprio le due Virtus.

Nell'intricatissima bagarre di centro classifica, con almeno 7 squadre - se non 9 - a battersi per gli ultimi 4 posti-playoff, spicca Armani Jeans Milano-Air Avellino. I biancoverdi campani si trovano forse nella posizione più scomoda, a 4 lunghezze dalla post-season ma ad altrettante dall'incubo retrocessione, e da qui al termine della stagione regolare avranno bisogno, per maggiore tranquillità, di raccogliere punti pesanti anche in trasferta; contro Milano, non proprio un esempio di continuità, potrebbe essere l'occasione giusta.

L'anticipo di oggi tra Benetton e Fortitudo Bologna sembra potenzialmente la gara più frizzante tra quelle restanti, mentre guardando tra le ultime posizioni sarà curioso il match tra le due neopromosse: Eldo Caserta-Carife Ferrara. Vietato perdere per entrambe, chi vincerà metterà in grossi guai l'altra... Un'ultima menzione per la Solsonica Rieti, impegnata a Biella, campo ostico anche per le grandi; difficile che i ragazzi di Lino Lardo possano compiere un nuovo miracolo.

NAZIONALE ITALIANA, QUALE FUTURO?

Neanche 10 anni fa, l'Italia del basket toccava il suo punto più alto a livello di nazionale maggiore, conquistando a Parigi - a 16 anni di distanza dal primo - il suo secondo titolo di campione d'Europa. 10 anni, nello sport, possono essere molti, e pesare ben più che nella vita "normale": per la pallacanestro nostrana, il decimo anniversario di quell'evento rischia di essere devastante, a confronto con l'impresa regalata allora da Myers, Meneghin, Fucka e compagni. I Campionati Europei 2009, infatti, potremmo addirittura non disputarli affatto.

"Di sicuro in estate lavorerò molto per migliorare la situazione alla schiena. Se tornerò in Italia sarà solo per un periodo di vacanza". Parole di Danilo Gallinari, uno dei 3 nostri rappresentanti nella NBA, uno di quelli che tutti speravano di vedere ad agosto in maglia azzurra. L'Italia del 2009 dovrà conquistarsi gli Europei nell'ultima fase di ripescaggio: è opinione comune che una Nazionale italiana al gran completo sarebbe un gruppo forte - o almeno un insieme di individualità di livello - in grado di qualificarsi e di disputare una rassegna continentale di valore. Ma un tassello è già perduto.

Eppure, se qualcuno darà addosso a Gallinari per questo, avrà torto. Il ragazzo non va biasimato per la decisione presa: l'attaccamento alla maglia lo ha già - contrariamente ad altri - dimostrato in passato; e per chi deve ancora compiere 21 anni, lavorare per risolvere problemi fisici che rischiano altrimenti di condizionare una intera carriera non è cosa rimandabile. A volte, se c'è di mezzo il futuro prossimo di un atleta dalle capacità potenzialmente sconfinate come lui, gli interessi personali possono anche avere una corsia preferenziale.

La speranza è che non si ripetano nuovamente le lunghe coincidenze sfortunate che portarono poi l'Italbasket al fallimento degli ultimi Europei del 2007, con infortuni in sequenza e condizioni fisiche approssimative. Dopo aver incrociato le dita, l'unica altra speranza è che al momento della decisione sui 12 giocatori finali il CT Recalcati tenga ben presenti le indicazioni - poche ma abbastanza chiare - che il campionato sta fornendo, con allo stesso tempo la giusta considerazione per chi milita in squadre straniere. In una circostanza, sportivamente parlando, così drammatica, da "dentro o fuori", si rischia di pagare caro anche il minimo errore di valutazione.

EUROLEGA, ECCO I QUARTI

La penultima giornata di Top 16 aveva già stabilito quali sarebbero state le formazioni qualificate per i quarti di finale di Eurolega, l'ultimo turno è servito comunque a determinare l'esatta griglia degli accoppiamenti ad eliminazione diretta tra le 8 regine di questa annata europea. L'Italietta - tanto per cambiare - ci arriva soltanto con la solita Siena, con la Lottomatica e l'AJ Milano che hanno finalmente concluso un'avventura molto al di sotto della sufficienza, nonostante il colpo di coda della Virtus Roma contro il Partizan, servito almeno a lasciare l'Alba Berlino come unica squadra a quota zero. Vediamo una ad una quali saranno le sfide da cui usciranno i 4 team che ad inizio maggio si contenderanno la vittoria finale.

OLYMPIACOS-REAL MADRID. Il colpaccio - clamoroso ma forse non troppo - dei greci a Vitoria, nell'ultima giornata di Top 16, consegna ai biancorossi di Giannakis il fattore campo a favore nella serie contro gli spagnoli. Il Real sarà come al solito temibile nei match casalinghi, ha dalla sua un'età media leggermente più giovane almeno tra i giocatori chiave, ma sembra difficile che l'Olympiacos possa farsi sorprendere, soprattutto tra le mura amiche. Il roster infinito della formazione ateniese farà il resto.
Possibilità: Olympiacos 70%, Real 30%.

BARCELLONA-TAU VITORIA. Azzeccare le possibili valutazioni e i pronostici su questa sfida appare assai arduo, come sempre accade quando si affrontano ad altissimi livelli due squadre che disputano lo stesso campionato nazionale. L'unica certezza è che sarà il quarto di finale più spettacolare, uno show di campioni e di gioco in campo, così come uno spettacolo di pubblico. Le due formazioni si equivalgono, la differenza la faranno gli episodi e un po' di buena suerte, presumibilmente fino alla quinta e decisiva partita della serie. Buon divertimento!
Possibilità: Barcellona 50%, Tau 50%.

PANATHINAIKOS-MONTEPASCHI. Pronostico duro anche in questo caso. Perché se c'è una squadra che ha già dimostrato di poter tranquillamente vincere su uno dei campi più caldi e ostici del mondo, quella è proprio Siena. Ma - altra faccia della medaglia - se c'è in Europa un allenatore che ha a disposizione una rosa lunga fino all'assurdo, con un'infinità di alternative che con qualsiasi altra maglia sarebbero titolari, con atleti abituati da molti anni a tirare fuori il massimo delle proprie potenzialità nei momenti che contano, quell'allenatore è Zelimir Obradovic. Solo per queste ragioni - e anche per quel pizzico di vantaggio psicologico che potrà dare ai greci il ruggito dei 18.000 di Oaka - il Montepaschi parte, evento più unico che raro, con un'incollatura di svantaggio.
Possibilità: Pao 55%, Siena 45%.

CSKA MOSCA-PARTIZAN. La corazzata russa, i campioni d'Europa in carica, stracarichi di stelle in campo e con il miglior coach in panchina, contro l'unica vera sorpresa emersa dalle precedenti fasi del torneo. Basterebbe ciò per lasciare poche speranze alla banda di giovani terribili e comunque temibili del Partizan Belgrado. Ettore Messina ed i suoi dovranno almeno una volta andare a giocare una trasferta in Serbia davanti a 23.000 scatenati, roba non facile per chiunque, ma su una distanza così lunga - da quest'anno i quarti sono al meglio delle 5 partite - i veri valori emergeranno inequivocabilmente.
Possibilità: Cska 90%, Partizan 10%.

A VOLTE RITORNANO....

Nella vita di un tifoso si possono verificare e vivere situazioni a loro modo irripetibili, circostanze ed eventi che, nel bene come nel male, lasciano dei ricordi unici nel loro genere. Ma così come possono esserci forti emozioni positive - una vittoria importante, la conquista di un trofeo - anche quelle negative lasciano lo stesso segno, con però in più l'intima speranza di non doverle rivivere una seconda volta...

Per i tifosi della Virtus Roma, però, almeno oggi non è questo il caso. Molti appassionati ricorderanno la data del 19 febbraio 2004: Eurolega, ultima giornata del girone di prima fase, la Lottomatica ampiamente in coda alla classifica e già da tempo eliminata, alle prese con un inutile match casalingo contro il Pau Orthez. Ed un sito internet specializzato ben noto agli appassionati romani che, per sdrammatizzare, lanciò l'idea di censire tutti i logicamente pochi presenti al Palaeur, in modo da lasciare ad imperitura memoria i nomi di quelle 6 o 7 centinaia di "eroi".

Tutti pensavamo che una situazione del genere non si sarebbe dovuta affrontare di nuovo. Ma quell'ottimismo ha dovuto, a distanza di 5 anni e poco più, fare i conti con la realtà: questa sera, la Virtus desolatamente a quota zero nelle Top 16 se la vedrà contro il Partizan Belgrado già qualificato ai quarti, e prevedere al palazzo un clima altrettanto surreale è a dir poco scontato. Aggiungiamoci - danno e beffa - una serata nella quale l'attenzione degli sportivi sarà decisamente concentrata su altri contemporanei eventi, e la frittata è completa.

Impossibile parlare seriamente dei possibili contenuti di una tale partita... Tra i ragazzi di Gentile forse avrà molto spazio chi ha finora visto di meno il campo, si potranno forse testare idee offensive e difensive che in altre circostanze - con 2 veri punti in palio - sarebbero impraticabili, per i prevedibili pochi coraggiosi sugli spalti sarà una occasione di maggiore socializzazione, chissà.

Rimane, ferma ed indiscussa, l'amarezza. L'amarezza per ciò che poteva essere ma non è, per una seconda fase di Eurolega mai iniziata davvero, l'amarezza che proveranno coloro che vestono questa maglia nel trovarsi dentro ad un contesto ben poco stimolante, e quella portata dentro di sé da quei tifosi romani che, quella sera del febbraio 2004, in cuor loro erano sicuri che ciò non sarebbe più accaduto. Da domani mattina, tutto l'ambiente Virtus Roma deve ripartire con questa stessa convinzione; 5 anni fa non è stato così, stavolta deve esserlo.

RIFLESSIONI SPARSE

Il Montepaschi Siena non perde una partita casalinga di campionato italiano dal 30 maggio 2007, quando in gara 1 delle semifinali playoff fu superata dalla....Lottomatica Roma. Se poi andiamo a ricercare l'ultima sconfitta interna in regular season, bisogna tornare indietro addirittura al 14 aprile 2006, quando a batterla fu....eh sì, la Lottomatica Roma. Non so quali siano i record nazionali relativi all'imbattibilità delle squadre sui propri campi, ma sono comunque numeri che fanno paura. Se dovrà esserci una squadra che riuscirà ad interrompere questa serie, che dire, speriamo sia la stessa che ha violato per ultima il PalaSclavo.

Primoz Brezec. Quello che doveva essere uno dei principali colpi di mercato della Virtus Roma, il centro di peso che da anni mancava, in grado di aggiungere parte di quel quid che alla squadra capitolina serviva per accorciare le distanze da Siena, è sempre più un mistero. I segni di risveglio che si intravedono nelle ultimissime uscite infondono almeno un minimo di ottimismo: maggiore presenza in attacco, più tiri presi e conseguentemente più punti prodotti, fanno sperare di non rivedere ancora il Brezec intento più a giochicchiare col proprio paradenti che a muoversi sul campo. Ma se un armadio di 2 metri e 16 mette a referto la miseria di tre rimbalzi in due partite, sbaglia canestri facili da sotto e non fallisce quasi mai quelli da 5 metri, di chi è l'errore? Suo, o di chi lo considerava un centro purissimo?

Un applauso grande così, grande quanto il cuore di chi ancora veste quella maglia, alla Solsonica Rieti. A fine stagione probabilmente si chiuderà bottega, c'è chi alla prima occasione non si è fatto pregare ed ha già cambiato aria, ma chi è rimasto ha battuto di 25 punti la terza forza del campionato, quella Virtus Bologna che pochi giorni fa aveva fatto sudare la Coppa Italia al Montepaschi. L'augurio disinteressato è che per questi ragazzi arrivi la salvezza sul campo; se poi sarà davvero impossibile salvare una bella realtà del basket italiano - che già in passato ha patito tanto - magari per vederne venduti i diritti di Serie A al miglior offerente, la sconfitta non sarà soltanto dello staff dirigenziale reatino.

Ancora 15 punti per Gallinari in NBA, in un match equilibratissimo quale è stato il derby tra i suoi Knicks ed i NJ Nets. Nel rapporto tra minuti concessi e rendimento prodotto, Danilo sembra già ben oltre gli standard di un esordiente venuto fresco fresco dall'altra parte del mondo, e per giunta frenato troppo a lungo da guai indipendenti dalla sua volontà. Si accettano scommesse: la stagione 2009/2010 sarà quella del gran botto (ovviamente in senso positivo)?

VIRTUS, NESSUN MIRACOLO

A Roma non riesce l'impresa dell'anno. Nel match dell'ora di pranzo tra le prime due della classifica - o meglio tra la padrona indiscussa del campionato e quella che ambisce ad esserne la seconda forza - il pronostico viene rispettato e il Montepaschi Siena ritorna alla vittoria, dopo l'unico stop subito a Bologna sette giorni prima, contro una Virtus Roma che ha almeno il merito di non aver mentalmente mollato fino alla fine la presa sulla partita, come accaduto troppo spesso in precedenti occasioni.

Resta da stabilire se il 93-88 finale sia uno scarto veritiero. Se, come detto, la Lottomatica ha a suo favore il fatto di aver provato fino alla sirena a tenersi a ridosso dei biancoverdi, è altrettanto vero che non c'è stato un secondo nel quale la formazione campione d'Italia abbia dato l'impressione di poter essere davvero raggiunta e superata nel punteggio. Neanche sul risultato parziale, verso la fine del terzo quarto, di 68-67. Anzi è stato proprio quando Roma si è portata al minimo scarto, che si è per l'ennesima volta vista la differenza che ancora corre tra Siena e il resto della Serie A: un parziale di 11-0, in poco più di un minuto, in totale controllo, a chiudere la terza frazione di gioco.

Roba da spezzare le gambe e le velleità di chiunque. Ma la Lottomatica di ieri finalmente non si è disunita, non è crollata esanime lasciando soltanto gli avversari in campo per gli ultimi 10 minuti, non ha lasciato i suoi tifosi sconcertati davanti a un film già visto. Il parziale dell'ultimo quarto recita 21-14 per i ragazzi in giallorosso, e l'augurio è che questo sia un nuovo punto di partenza: c'è un secondo posto da difendere - e le contemporanee sconfitte delle due dirette concorrenti hanno già ieri dato una mano - e soltanto se l'atteggiamento di tutti tornerà quello del primo periodo della Virtus guidata da Nando Gentile, atteggiamento parzialmente redivivo ieri a Siena, l'obiettivo sarà raggiunto senza patemi.

ALLELUJA NBA, HABEMUS ITALIANI

Chissà se in Italia, o almeno all'interno della Federazione, c'è chi fa il tifo per i tre giocatori italiani impegnati nel campionato NBA augurandosi che sfoderino prestazioni sempre più valide, ma contemporaneamente spera che le loro squadre perdano quante più partite è possibile... Resta infatti altamente probabile che nessuno tra Bargnani, Belinelli e Gallinari arriverà a giocare i playoff con la propria franchigia. Se però poi questo servirà davvero a far sì che la Nazionale azzurra si presenti ad agosto a giocarsi la qualificazione agli Europei al gran completo, sarà tutto da scoprire...

L'unica cosa ragionevole da fare a tutt'oggi è godersi una situazione per noi inimmaginabile fino a una manciata di anni fa, quando soltanto le fantasie più ardite osavano prevedere un atleta nostrano protagonista nel Nuovo Continente: figuriamoci vederne tre, ognuno dei quali sta dando il proprio ottimo contributo, proporzionalmente al minutaggio concessogli e alla sua maggiore o minore esperienza sui campi d'oltreoceano.

I 17 punti sfoderati dal rookie Danilo Gallinari nell'ultima uscita dei suoi NY Knicks, con tanto di sudata vittoria, fanno ben sperare soprattutto riguardo alle condizioni fisiche del più giovane dei nostri; se dovesse arrivare una guarigione pressoché completa dai suoi atavici guai alla schiena, il pubblico del Madison potrà dimenticare del tutto i già lontanissimi - e rimasti inspiegabili - fischi della notte del draft. Anche Marco Belinelli sembra sulla via del ritorno verso quei livelli altissimi mostrati prima dello stop per infortunio: 3 gare consecutive in doppia cifra, con tanto di stupefacente presenza ripetuta in quintetto base, denotano che nell'ambiente dei Warriors c'è fiducia intorno al bolognese. Vista l'aria che tirava fino allo scorso novembre, questo per Marco è il miglior successo personale e morale.

Capitolo Bargnani. Partiamo dall'ultima pagina, quella di stanotte. Toronto è stata battuta in casa dai Miami Heat e può dire addio ai playoff, ma c'è uno soltanto tra i Raptors che ha vinto, ed è proprio il Mago. Dall'altra parte, nel team della Florida, c'era colui che la stralunata dirigenza canadese aveva scelto la scorsa estate come centro titolare, quel Jermaine O'Neal che per mesi ha tarpato le ali ad Andrea togliendogli spazio, responsabilità, fiducia, rendendo oltretutto molto al di sotto del previsto. La prima battaglia vinta da Bargnani è stata lo scalzarlo dal quintetto titolare, la seconda il far rinsavire lo staff dei Raptors a suon di canestri fino alla cessione di O'Neal; la terza ed ultima è arrivata stanotte, con il Mago nettissimo vincitore della sfida personale con l'ex compagno.

La candidatura di Andrea al premio di Most improved player NBA dell'anno è doverosa. Forse non gli verrà assegnato, ancora più probabilmente è un riconoscimento dall'importanza assai relativa, ma qualcosa vorrebbe dire a livello morale per l'Italia cestistica nel suo insieme, che da troppo tempo non raccoglie nulla e che ha bisogno di continue iniezioni di fiducia.

CIAO CIAO EUROPA

Era l'8 gennaio 2009. Quella sera, la Lottomatica Roma rivitalizzata da Nando Gentile si ritrovò ad un tiro libero di distanza dal raggiungimento di un risultato del tutto inaspettato fino a poche settimane prima: ad una manciata di secondi dalla conclusione del match casalingo contro il Tau, quel tiro libero di Gigi Datome, se realizzato, avrebbe permesso alla formazione capitolina di concludere matematicamente al primo posto il girone di prima fase di Eurolega. Ma la storia, di quel tiro rimbalzato sul ferro e della Virtus in Europa, è andata diversamente.

A distanza di due mesi, Becirovic e compagni non hanno più portato a casa una vittoria nella competizione continentale, e le colpe di cinque sconfitte in altrettanti incontri, con uno scarto medio di 20 punti, non possono essere ricercate esclusivamente nei pur malevoli sorteggio e calendario di Top 16. Ciò che appare sempre più evidente agli occhi di molti appassionati romani è che la sbornia del dopo-Repesa e dell'effetto-Gentile, con il conseguente trend positivo in campionato, sia ormai svanita, riportando a galla i difetti già mostrati in avvio di stagione sotto la guida del coach croato. Ma ciò che forse fa più male a quei tifosi che non fanno mai mancare la loro presenza al palazzo, ancor più del gioco e degli schemi che in campo latitano, ancor più della scarsa condizione di forma di molti elementi chiave della squadra, ciò che attira i maggiori rimproveri è una condotta societaria a loro giudizio inadeguata per un team che ambirebbe ai vertici italiani ed internazionali.

Già nelle stagioni precedenti, troppe volte è sembrato che bastasse davvero poco, un ulteriore piccolo passo in avanti, per rendere la realtà del basket romano stabilmente forte e credibile. Ma quest'ultimo passo ha sempre faticato a compiersi. Per roster incompleti al termine del mercato estivo, per innesti rivelatisi sbagliati e sostituiti con tempistiche rivedibili, per acquisti paventati ma mai arrivati e rimpiazzati con nomi di seconda scelta. Queste le “accuse” mosse dal pubblico capitolino alla dirigenza blugiallorossa; accuse che hanno trovato nuova linfa, quando ora sono serviti oltre due mesi per sostituire in rosa il rinnegato Allan Ray e per ingaggiare un assistant coach da affiancare a Gentile, oltre due mesi di incertezze in coincidenza di un periodo delicatissimo per l'intera stagione virtussina.

È scontato dire che la piazza romana ha vissuto nella sua storia anche recente momenti ben peggiori e visto scendere in campo formazioni assai meno valide tecnicamente: ma se durante quest'ultima fase precampionato gli obiettivi societari sembravano ben chiari, ed esprimevano l'intenzione di “migliorare i risultati della passata stagione”, salvo poi essere riveduti e corretti in corsa, nel momento in cui gli unici risultati realisticamente migliorabili – Coppa Italia ed Eurolega – già non potevano più essere superati, le accuse e le amarezze dei tifosi trovano ulteriore pane per i loro denti.

Le uniche risposte possibili ora da dare sono la conferma del secondo posto in regular season e il raggiungimento di una nuova finale playoff. Mancare questi obiettivi – paradossalmente allo stesso tempo i minimi ed i massimi obiettivi possibili, dato per assodato lo strapotere-Montepaschi sul nostro campionato – significherebbe dover aprire una seria riflessione in seno all'intera Virtus Roma. Nel febbraio 2007, il mai dimenticato – 43 subito a Vitoria contro il Tau nelle Top 16 di Eurolega significò l'inizio dello scricchiolarsi dei rapporti tra la Lottomatica e Jasmin Repesa, proseguiti non più come prima fino al punto di rottura dello scorso dicembre; se la formazione basca sia stata di nuovo inconsapevole protagonista – in occasione del match inizialmente ricordato – di un'altra “rivoluzione” interna alla compagine capitolina, potranno dirlo soltanto i prossimi mesi.
Oggi nasce questo blog dedicato all'universo della pallacanestro, uno spazio dove riportare e raccontare quanto più possibile su uno sport che, giudizio dato con faziosi occhi da appassionato più che ventennale, è ancora e con buon margine di vantaggio il più bello che esista.

Cosa diventerà questo spazio, è tutto da capire; un po' di tempo e la buona volontà che servirà per portarlo eventualmente avanti, aiuteranno a scoprirlo.

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