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100% PALLACANESTRO, ITALIANA ED INTERNAZIONALE

ITALIA, GLI EUROPEI SI ALLONTANANO

Inizia nel peggiore dei modi il cammino della Nazionale italiana nell'Additional Round, ultima possibilità di approdo alla fase finale dei Campionati Europei. La sconfitta casalinga per 77-80, dopo un tempo supplementare, contro la Francia rende ulteriormente in salita il cammino degli azzurri verso la qualificazione ad Eurobasket 2009.

A Cagliari, in un palasport stipato di gente e di entusiasmo, il c.t. Recalcati sceglie di partire con un quintetto anomalo, nel quale le due maggiori stelle a sua disposizione – gli “americani”, o forse meglio dire i “canadesi” Bargnani e Belinelli – sono affiancate dall'esperienza di capitan Soragna e dalla coppia teramana Poeta-Amoroso. Dopo un avvio di gara quantomeno stentato, le manovre farraginose dell'Italia consentono ai nostri di mettere a referto i primi punti soltanto dopo 3 minuti, mentre tra i transalpini sale in cattedra Florent Pietrus: l'ala del Valencia manda in bambola quasi da solo la nostra difesa, trascinando i ragazzi di Collet al massimo vantaggio, +11.

La scossa per gli azzurri arriva dalla panchina. L'entrata in campo di Mancinelli, Gigli e Cusin regala maggiore spessore ad una Nazionale fin lì spenta e prevedibile: il gap con gli avversari va sempre più riducendosi, Mancinelli e Gigli confezionano un numero di alta scuola – assist no look dell'abruzzese e affondata a due mani del romano – che riaccende il pubblico, e sul 25-24 arriva il primo sorpasso. Paradossalmente, è quando Recalcati ributta sul parquet i titolari che l'Italia si spegne di nuovo; nella seconda frazione di gioco si continua a segnare col contagocce, Bargnani non incide, Belinelli sta ancora scaldando i motori, e mentre i nostri sparano a salve – soprattutto da 3 punti – Pietrus, Jeanneau e Boris Diaw rilanciano le quotazioni francesi consentendo ai bleus di chiudere la prima metà di gara sul 35-29.

Nella ripresa, ecco che il vento sembra voler cambiare direzione: Mancinelli è ancora ispirato, si grida al miracolo quando Luca Vitali centra per la prima volta nel match il bersaglio dai 6.25, e Belinelli decide di concludere la sua fase di rodaggio. Mentre le maglie difensive azzurre si chiudono, il bolognese sale in cattedra in attacco: 7 punti dell'ex Golden State non consentono più ai transalpini di tentare un ennesimo allungo nel punteggio, l'Italia rimette il muso avanti e si chiude il terzo quarto sul 51-51. Unica nota stonata: l'infortunio a Stefano Mancinelli, uscito dolorante alla spalla dopo un durissimo ma fortuito contatto di gioco in area francese; per il neo acquisto di Milano non ci sarà rientro sul parquet.

Gli ultimi 10 minuti non sono per cuori deboli. Si procede sul filo dell'equilibrio, gli errori dalla lunetta si sprecano da ambo le parti, ma proprio nel momento del bisogno l'Italia ritrova il suo Mago: Andrea Bargnani offre finalmente il suo apporto alla causa, con canestri e rimbalzi all'insegna di una grinta fino a quel momento latitante sul volto del romano. Bryan Colangelo in tribuna si gode anche un Belinelli da battaglia: Marco è l'indiscusso leader offensivo della squadra, riporta gli azzurri avanti sul 60-58 e mantiene i nervi saldi in lunetta quando il pallone pesa tonnellate. Sono suoi infatti i due liberi che fissano il punteggio sul 66 pari, quota dalla quale non ci si sbloccherà fino alla sirena. È overtime.

Si parte per gli ulteriori 5' di sofferenza, e l'Italia illude tutti con un parziale di 5-0 – firmato Belinelli e Soragna – che ci porta al massimo vantaggio. Guai però a cantare vittoria troppo presto davanti a mostri di agonismo come Pietrus, Diaw e Nicolas Batum. È proprio il ventenne dei Portland Trail Blazers la principale spina nel fianco che i nostri non riescono a fermare, gli azzurri sembrano cedere psicologicamente, e la mazzata arriva a 20 secondi dal termine, quando Vitali spreca l'azione del potenziale nuovo pareggio azzardando un passaggio impossibile che Belinelli non riesce a non mandare in rimessa laterale. Il punto esclamativo arriva infine da Antoine Diot, che con un impietoso 4/4 dalla lunetta – e saranno gli unici 4 punti della sua serata – condanna l'Italia alla sconfitta. La Francia passa 77-80, e mette già dopo la prima partita una seria ipoteca sul passaggio alla finale dell'Additional Round. Batum e Pietrus (8/10 da 2 per lui) chiudono a quota 20 punti, Diaw a 15.

Agli azzurri servirà un miracolo, servirà ribaltare il risultato con i cugini d'Oltralpe nella gara di ritorno, o magari sperare che la Finlandia ci dia una mano togliendo punti ai ragazzi del c.t. Collet. Ma questa Nazionale non può contare troppo sugli altri; se vuole ancora credere in una qualificazione ormai appesa a un filo, questa montagna andrà scalata soltanto con le forze a nostra disposizione. Partendo da quanto di buono si è visto nella notte cagliaritana: da un Belinelli autore di 26 punti nonostante qualche imprecisione di troppo al tiro da fuori, da Angelo Gigli, nettamente il migliore nel reparto lunghi con il suo 100% al tiro e la sua solita impagabile grinta, dagli sprazzi di lucidità che Bargnani ha regalato e che dovrà dare con maggiore continuità. Se poi lo staff medico permetterà a Stefano Mancinelli di essere presente già in occasione della prossima uscita – l'11 agosto in Finlandia – ecco che l'Italia al completo potrà ancora giocarsela alla pari con un avversario non così imbattibile.

IL SORTEGGIO DI EUROLEGA

Con ampio anticipo rispetto all'inizio della competizione, che partirà il prossimo 29 settembre con la novità dei turni preliminari, è stato effettuato questa mattina a Barcellona il sorteggio dei gironi di Eurolega per la stagione 2009/2010.

Quattro le squadre italiane impegnate anche quest'anno nel massimo torneo cestistico continentale: la Benetton Treviso partirà proprio dalla fase preliminare - nella quale 8 formazioni si contenderanno ad eliminazione diretta 2 soli posti per la regular season - mentre Siena, Milano e Roma sono ammesse di diritto alla fase a gruppi. Vediamo nel dettaglio l'intero sorteggio.

Primo turno preliminare: 1. Orleans-Spirou Charleroi; 2. Benetton Treviso-Ventspils; 3. Alba Berlino-Le Mans; 4. Maroussi Atene-Aris Salonicco.
Secondo turno preliminare: vincente 1-vincente 2 (qualificata 1); vincente 3-vincente 4 (qualificata 2).

Girone A: Barcellona, Montepaschi Siena, Cibona Zagabria, Fenerbahce Ulker, Zalgiris Kaunas, Asvel Villeurbanne.
Girone B: Olympiacos, Partizan Belgrado, Unicaja Malaga, Efes Pilsen Istanbul, Lietuvos Rytas, qualificata 1.
Girone C: Cska Mosca, Tau Vitoria, Maccabi Tel Aviv, Virtus Roma, Olimpia Lubiana, qualificata 2.
Girone D: Panathinaikos, Real Madrid, Armani Jeans Milano, Prokom Sopot, Khimki Mosca, Oldenburg.

ROMA SGOMITA SOTTO CANESTRO

Procede a ritmi sostenuti l'opera di costruzione della nuova Lottomatica Virtus Roma in vista della stagione sportiva 2009/2010. Il giorno seguente all'ufficializzazione degli acquisti di Crosariol e Minard, nuove notizie sono arrivate ad allietare l'umore dei tifosi capitolini e a completare l'assetto del reparto lunghi a disposizione di coach Gentile: l'ingaggio dell'ala grande francese Hervé Touré e il rinnovo del contratto firmato da Andre Hutson.

Il nuovo arrivo in canotta giallorossa - con un contratto della durata di 3 anni - è quindi proprio il francese Touré, nato a Lione nel 1982, nome già accostato a Roma dai rumors di mercato da vari giorni a questa parte. Ala di 2 metri e 03, elemento dalla grande reattività ed esplosività, sbarca nella capitale dopo 4 anni di esperienza maturata sui parquet del nostro campionato: portato in Italia dall'Air Avellino nel 2005, ha in seguito vestito le casacche di Capo d'Orlando, Milano e Cantù. Proprio con il team brianzolo ha raggiunto la maturità tecnica, concludendo l'ultima stagione con 11 punti di media a partita in 28 minuti di impiego, ed ottime statistiche sia a rimbalzo che al tiro (61% da 2 e 45% da 3).

Il giocatore andrà a ricoprire nel roster virtussino il ruolo lasciato vacante da Roberto Gabini - quello di primo ricambio per l'ala grande titolare, Angelo Gigli - portando alla squadra anche la sua pregressa esperienza in Eurolega, più volte disputata da Touré quando militava in patria, nel Villeurbanne.

La ciliegina sulla torta dell'intensa giornata vissuta dalla società di viale Tiziano, nonché la notizia che tutti gli appassionati locali attendevano con ansia, è stata però l'ufficialità della conferma di Andre Hutson. Uno dei principali punti di forza della Lottomatica nella stagione appena conclusa, se non il giocatore dal rendimento più alto durante tutta l'annata, ha sottoscritto col presidente Toti il rinnovo del proprio contratto e resterà in maglia Virtus per le prossime due stagioni. Il 30enne americano - 13.9 punti e 16.2 di valutazione media a gara - sarà quindi ancora una colonna portante della rosa capitolina, formando insieme a Gigli una coppia di lunghi titolari di sicuro affidamento e di grande combattività.

LOTTOMATICA, EPPUR SI MUOVE

Iniziano a prendere forma il roster e il volto della nuova Virtus Roma: Crosariol e Minard i primi tasselli per coach Gentile

Dove eravamo rimasti? Ad un epilogo da incubo per gli appassionati capitolini, o almeno per quelle poche migliaia che erano al PalaLottomatica la sera di gara 5 dei quarti di finale tra Roma e Biella, con la Virtus eliminata ben prima del previsto dalla corsa scudetto e con molteplici nubi nere addensate sulla sua testa in vista del futuro. L'acquisizione della licenza triennale di Eurolega è servita a mitigare leggermente l'amarezza, e il commiato da Dejan Bodiroga dopo 4 stagioni - tra campo e scrivania - è stato il primo passo verso la parziale ricostruzione, innanzitutto a livello psicologico.

Fa parte di questa società, è nel dna della
Virtus Roma l'essere sempre riuscita a rialzarsi e riprendere il cammino - a volte molto a fatica - dopo batoste anche ben più terribili. Non c'era ragione per cui non avrebbe dovuto essere così anche stavolta. Si è scelto di ripartire sotto la guida tecnica di quel Nando Gentile che, una volta arrivato al timone della squadra, è stato croce e delizia; scelta discussa e criticata da una discreta parte della tifoseria, ma la presa di posizione del presidente Toti in proposito è stata netta e forte, e non è di certo il momento per dire se la storia gli darà ragione o no.

Fatto sta che, contrariamente a molte altre formazioni del nostro campionato, Roma ha avuto da subito la
certezza sul nome del proprio allenatore, e questo ha permesso di elaborare una precisa linea in vista del mercato per la prossima stagione. Campagna acquisti che ha faticato a partire dai blocchi, ma che nella sola giornata del 2 luglio ha visto arrivare nella capitale due nuovi elementi, i primi tasselli della Lottomatica 2009/2010: Andrea Crosariol e Ricky Minard.

Per
Crosariol - centrone di 210 cm per 110 chili, 25 anni a novembre - si tratta di un ritorno in maglia giallorossa, dopo i 4 mesi con sole 11 apparizioni in campo nel 2008, all'interno della Virtus allenata da Jasmin Repesa che conquistò la finale playoff contro Siena. Nell'ultima stagione, disputata ad Avellino, uno dei pochissimi pivot puri rimasti in Italia ha visto incrementare nettamente il suo utilizzo e il suo rendimento, guadagnandosi presumibilmente un posto in Nazionale per i prossimi Europei. A lui il ruolo di primo ricambio per il centro titolare.

Con l'ingaggio di
Ricky Minard arriva invece alla Lottomatica uno dei giocatori USA attualmente con più esperienza dei nostri parquet: arrivato in Italia nel corso del 2004/2005, a Biella, il 27enne nativo dell'Ohio si è poi diviso tra Reggio Emilia e Montegranaro, acquisendo sempre più un ruolo da protagonista e raggiungendo i massimi risultati statistici personali proprio nell'ultima stagione, con la maglia dei gialloblù marchigiani (15.6 punti e 4.4 rimbalzi di media a partita in 32 minuti di utilizzo). Nonostante l'altezza da guardia - 194 cm - il suo ruolo naturale è quello di ala piccola, ruolo nel quale dividerà il proprio minutaggio con Gigi Datome.

Sembra quindi iniziare a prendere forma quella Virtus preannunciata dalla dirigenza capitolina, una squadra costruita su una nutrita presenza di
giocatori italiani - tra cui i confermati Gigli, Giachetti, capitan Tonolli e il già citato Datome - con intorno stranieri già noti e già presenti nel campionato italiano. Se il tempo delle scommesse alla Jennings è quindi finito, i prossimi passi da muovere riguardano però le conferme di altri elementi visti in giallorosso nella scorsa stagione: se Hutson cederà alle sirene senesi oppure resterà a Roma, se Sani Becirovic sarà sacrificato per esigenze di bilancio, se Ibby Jaaber rimarrà una colonna portante anche per il futuro. Interrogativi da sciogliere il prima possibile, per rassicurare l'intero ambiente sulla competitività di squadra e società.

BOTTI DI INIZIO LUGLIO

Si accende il mercato cestistico in vista della prossima stagione. Il primo grande colpo è di Siena: arriva Zisis

Mentre l'estate del basket italiano si preannuncia ancora molto lunga e rovente sul fronte diplomatico e burocratico, tra minacce di blocco del campionato e nuove forti problematiche relative alle iscrizioni dei team, si muove finalmente anche il lato più squisitamente agonistico, con molte delle grandi della nostra pallacanestro al lavoro sul mercato.

Ad aprire le danze ci aveva già pensato la Benetton Treviso, prima con l'arrivo dallo Zalgiris del promettente lituano Mantas Kalnietis - non ancora 23enne play/guardia di 195 cm - poi con gli ingaggi di Daniel Hackett, riportato in Italia dopo la pluriennale esperienza NCAA e la sua mancata chiamata al recente Draft NBA, e di Jasmin Hukic - solida ala di 2 metri e 04, 30 anni - proveniente dall'Olimpia Lubiana. I movimenti in uscita della formazione veneta hanno però visto il saluto di Matteo Soragna ai colori biancoverdi: per la 33enne ex colonna della nostra Nazionale, dopo 5 stagioni a Treviso (di cui 4 da capitano) c'è il clamoroso ritorno a Biella, la squadra che lo lanciò ad alti livelli nel 2001 con la storica promozione in Serie A dei piemontesi.

Il ritorno di una sua vecchia bandiera può parzialmente consolare l'Angelico del confermatissimo coach Luca Bechi, dopo la perdita di uno degli elementi chiave della sua straordinaria stagione appena conclusa: il centro USA Greg Brunner, trasferitosi alla Premiata Montegranaro con un contratto biennale.

Novità interessanti arrivano anche da altre grandi piazze quali Milano e Bologna. L'Armani Jeans si rinforza sotto canestro grazie all'acquisto di Marijonas Petravicius, esperto centro lituano - 2.08, classe 1979 - fresco vincitore dell'Eurocup con la maglia del Lietuvos Rytas; la Virtus risponde invece mettendo a segno il colpo nel ruolo chiave del playmaker, portando in bianconero Andre Collins. Per il folletto di 183 cm il viaggio da un capo all'altro dell'Emilia, dopo le 3 stagioni di successi a Ferrara, è stato breve, ma l'auspicio delle V nere è che la sua permanenza felsinea sia ben più lunga e fruttuosa.

Il vero primo grande exploit di mercato, per quanto riguarda le formazioni nostrane, non poteva però essere che dei tri-campioni d'Italia del Montepaschi Siena. Con l'ingaggio del play Nikos Zisis arriva infatti in biancoverde - e torna in Italia dopo l'esperienza 2005-2007 alla Benetton - uno dei pezzi da novanta dell'intera scena europea: 26 anni da compiere ad agosto, 1 metro e 97 di sapienza cestistica, dopo 2 annate al Cska di Ettore Messina il greco ha firmato con la società toscana un contratto annuale con opzione per la seconda stagione. Per Siena, l'arrivo di Zisis sembra chiudere necessariamente le porte al rinnovo del contratto di Rimas Kaukenas: il lituano sarà sacrificato e lasciato quindi libero di trovarsi una nuova sistemazione. Che, a meno di grosse sorprese, sarà il Real Madrid.

BOLOGNA, LARDO C'E'. IL MERCATO NO

Fatica ad entrare definitivamente nel vivo il mercato cestistico italiano verso la stagione 2009/2010. I movimenti più eclatanti continuano a riguardare gli allenatori, con la notizia principale che arriva da Bologna, sponda Virtus. L'incertezza sul futuro societario delle V nere non ferma il presidente Sabatini, ormai pronto (o rassegnato?) a restare al timone del team felsineo ed attivo in vista del prossimo futuro, nonostante le sbandierate ristrettezze economiche. Il primo tassello per i bianconeri è il nuovo coach: Lino Lardo.

Il 50enne ex Rieti, artefice del miracolo-salvezza dei laziali e fortemente voluto dal patron bolognese, arriva sotto le due torri sottoscrivendo un contratto biennale. Proprio la formazione reatina resta al momento l'unica in tutta la Serie A ancora sprovvista di guida tecnica, poiché - quasi in contemporanea con la Virtus - anche la Premiata Montegranaro ha occupato la propria panchina, ingaggiando Fabrizio Frates. Dopo le fortunate stagioni casertane, l'ex viceallenatore della nostra nazionale ha firmato per due anni con i gialloblu marchigiani.

Lentamente iniziano però a muoversi anche i giocatori che calcheranno i nostri parquet nella stagione a venire. Il primo vero colpo è della Benetton, che esulta per la non-scelta di Daniel Hackett al Draft NBA: la mancata chiamata dei professionisti riporta quindi in Italia il play pesarese, 21 anni, che vestirà la maglia di Treviso per i prossimi 3 anni. Il ruolo chiave del playmaker sarà croce e delizia del mercato di molte formazioni, e chi si è cautelato in tal senso è Cantù: da Rieti è arrivato infatti Jerry Green, 190 cm di altezza, 29enne regista autore di una ottima stagione con i colori rossoazzurri (33.1 minuti e 11.3 punti di media in maglia Solsonica).

Tutto l'ambiente sembra restare in attesa di mosse a sensazione che, per ora, non arrivano. Le voci e le trattative virtuali sembrano molteplici, ma il sospetto è che per accendere questa campagna acquisti nella quale i soldi da spendere sono pochi serva soprattutto un nome: quello di Stefano Mancinelli. L'azzurro non sembra (giustamente) propenso ad accettare la Legadue con la sua Fortitudo, e intorno a lui il duello di mercato è circoscritto tra Siena e Milano. Si rinnova così anche a tavolino l'ultima sfida scudetto, con i biancorossi di coach Bucchi che sembrano però in vantaggio, anche nelle preferenze del giocatore.

DRAFT E MERCATO, L'NBA SI ACCENDE

Si è svolto nella notte al Madison Square Garden di New York il Draft NBA 2009, il tradizionale appuntamento con le nuove scelte per le 30 franchigie del massimo campionato cestistico mondiale. Tutto come previsto - in quello che molti hanno definito il Draft più povero da vari anni a questa parte - per quanto riguarda la chiamata numero 1: il favoritissimo Blake Griffin, ventenne ala forte proveniente dal college di Oklahoma, è il primo ad affiancare David Stern sul palco e ad infilarsi il cappellino della formazione che lo ha scelto, ovvero i Los Angeles Clippers.

Le parziali sorprese sono arrivate in seguito, con il gigante (220 cm) Hasheem Thabeet agguantato col numero 2 dai Memphis Grizzlies e il play spagnolo Ricky Rubio - la scelta più attesa da questa parte dell'oceano - scivolato fino alla quinta chiamata. Il suo arrivo a Minnesota, franchigia protagonista anche al numero 6 con l'altro playmaker John Flynn, fa già discutere. L'ex Virtus Roma Brandon Jennings rientra per un soffio nella Top 10 e vola a Milwaukee; c'è gloria anche per un'altra conoscenza dei nostri parquet, lo svedese di Biella Jonas Jerebko - scelto al secondo giro dai Detroit Pistons - mentre l'unico giocatore italiano in ballo, Daniel Hackett, è rimasto fuori da tutte le 60 operazioni.

Ma in queste ore l'NBA sta vivendo momenti caldi grazie anche ai movimenti di mercato. La miccia è stata accesa da un pezzo da novanta, Shaquille O'Neal: l'ormai storico centro, 37enne ma ancora in grado di dare un contributo all'altezza della sua fama, lascia Phoenix e si trasferisce ai Cleveland Cavaliers. In cambio vanno ai Suns ben 3 giocatori (tra cui Ben Wallace) e 500mila dollari. Per il team dell'Ohio, dopo la delusione degli ultimi playoff, è il colpo necessario per rilanciare subito le ambizioni di titolo e creare - con Shaq e Lebron James - una straordinaria coppia sul campo e a livello mediatico.

Fervono gli scambi e si muovono altri nomi importanti: un'altra superstella, Vince Carter, si sposta infatti dai New Jersey Nets agli Orlando Magic, all'interno di un grosso affare tra le due formazioni che vede interessati altri 4 giocatori. Vincredible, 32 anni, vola quindi in Florida per rafforzare il roster della franchigia già finalista nella stagione appena conclusa. Gli ultimi rumors made in USA riguardano anche i nostri colori, con al centro delle voci Marco Belinelli: il bolognese vuole precise garanzie in vista della sua terza stagione NBA, che evidentemente non è convinto di poter ottenere da Golden State e coach Nelson, e alla finestra per lui si sono affacciati i Phoenix Suns.

TUTTI I VERDETTI DELL'ANNO

A stagione conclusa, riassumiamo per intero i verdetti emersi sui parquet italiani durante la lunga avventura cestistica 2008/2009, dando poi uno sguardo a quelle che saranno le nostre rappresentanti nelle varie competizioni europee per l'anno a venire.

Classifica finale della Serie A:
1. Mens Sana Siena, 2. Olimpia Milano, 3. Pall. Treviso, 4. Pall. Biella, 5. Virtus Roma, 6. Basket Teramo, 7. Virtus Bologna, 8. Victoria Libertas Pesaro, 9. Pall. Cantù, 10. Basket Club Ferrara, 11. Scandone Avellino, 12. Sutor Montegranaro, 13. Juve Caserta, 14. Nuova Sebastiani Rieti, 15. Fortitudo Bologna, 16. Pallalcesto Amatori Udine

Campione d'Italia: Mens Sana Siena

Retrocesse in Legadue: Fortitudo Bologna, Pallalcesto Amatori Udine

Promosse in Serie A: Pall. Varese, Triboldi Cremona

Vincitrice della Supercoppa Italiana: Mens Sana Siena

Vincitrice della Coppa Italia: Mens Sana Siena

Partecipanti all'Eurolega 2009/10: Mens Sana Siena (con licenza triennale), Virtus Roma (con licenza triennale), Olimpia Milano, Pall. Treviso (al turno preliminare)

Partecipanti all'Eurocup 2009/10: Pall. Biella, Basket Teramo (al turno preliminare)

Partecipante all'EuroChallenge 2009/10: Victoria Libertas Pesaro

PANCHINE, E' ANCORA VALZER

Tra conferme annunciate e novità più o meno attese, continua a completarsi il quadro delle guide tecniche delle formazioni che parteciperanno alla Serie A 2009/2010.

Non si registrano cambiamenti a sorpresa in casa Virtus Roma, dove - dopo l'ufficiosità già data al termine degli sciagurati playoff della Lottomatica - un comunicato ufficiale della società capitolina ha provveduto a dissipare tutte le voci ed a confermare Nando Gentile come capo allenatore anche per la prossima stagione. Il coach di Tuoro, subentrato in corsa a Repesa e protagonista di un anno altalenante (capace di 9 vittorie consecutive come di essere eliminato da Biella nella post season), non sembra godere più dei favori di parte della tifoseria romana, ma la fiducia che Toti gli ha concesso sarà per lui una occasione di pronto riscatto da non fallire.

Volti nuovi invece si presentano a Pesaro. Perso Sacripanti, volato a Caserta, la Scavolini ha annunciato già da alcuni giorni il nome del nuovo tecnico: Luca Dalmonte. Il coach imolese, 45 anni, è reduce da due annate positive sulla panchina di Cantù, durante le quali ha conquistato una qualificazione ai playoff sfiorandone un'altra nel corso dell'ultimo campionato.

La maggiore sorpresa arriva però da Treviso. Dopo il saluto di Oktay Mahmuti e le conseguenti mille voci riguardanti i possibili nuovi arrivi alla guida della Benetton, la società veneta ha sorpreso un po' tutti con l'annuncio della promozione a head coach del suo ormai storico allenatore in seconda: Francesco Vitucci. Per Frank - dal 2003 a Treviso come assistente prima di Ettore Messina, poi di David Blatt e infine di Mahmuti - arrivano l'esperienza e l'occasione più importanti dell'intera carriera, per la prima volta titolare della panchina di una storica grande del nostro basket, con la quale rivivrà anche l'emozione della partecipazione all'Eurolega.

ETTORE MESSINA... IN BIANCO

Dopo aver lasciato la panchina del Cska Mosca, e dopo settimane di conseguenti voci e indiscrezioni, arriva l'ufficialità: Ettore Messina è il nuovo allenatore del Real Madrid. Il 49enne tecnico italiano ha firmato un contratto triennale con le merengues a 1 milione e 800 mila euro a stagione, sposando il progetto del neo-presidente madridista Florentino Perez, decisamente ambizioso non soltanto nel calcio.

Dopo aver onorato le panchine di Virtus Bologna, Nazionale italiana, Treviso e Cska, per uno dei tecnici più vincenti della storia recente del basket continentale - 4 volte campione d'Europa, 8 campionati nazionali e 9 coppe nazionali conquistati tra Italia e Russia - la nuova avventura ha il sapore della scommessa. In casa Real c'è una squadra da ricostruire, dopo i risultati quasi mai esaltanti delle ultime stagioni, ma i mezzi a disposizione di Perez potranno certamente consentire a Messina di allestire un roster rinforzato ed in grado di tornare a vincere ai massimi livelli.

Per chi potrà permetterselo, sul mercato non ci sarà che l'imbarazzo della scelta. E i primi rumors riguardanti le big della pallacanestro europea sembrano confermarlo: proprio il nuovo Real potrebbe aprire le danze facendo la spesa in Italia, mettendo a segno un colpo a sensazione che ha il nome di Rimantas Kaukenas. Per convincere Siena a privarsi di una delle sue ormai storiche pedine - e spingere il lituano ad accettare il trasferimento - serviranno presumibilmente molti denari.

Ma il sospetto è che la forbice tra quei pochi team che possono mettere nella campagna acquisti dei budget spropositati e il resto della compagnia - con le squadre italiane purtroppo aggregate in questa seconda fascia - sia destinata ad accentuarsi ulteriormente. Con buona pace della sana concorrenza.

MONTEPASCHI CAMPIONE D'ITALIA

Gara 4 è totalmente senza storia, Siena stravince 82-47 e conquista il suo terzo scudetto consecutivo

E' finita proprio come doveva finire, come tutti si aspettavano che finisse già dall'inizio di questo campionato mai in discussione. Nella quarta e ultima uscita della serie finale non c'è partita, e il roboante +35 con il quale il Montepaschi si impone consente a Pianigiani e ai suoi giocatori di completare imbattuti il cammino in questi playoff. Per la società del presidente Minucci è il terzo scudetto consecutivo, il quarto in assoluto dopo il primo storico titolo conquistato nel 2004.

Difficile trovare spunti tecnici e tattici in un match mai realmente iniziato, escludendo il 6-3 con il quale Milano dopo 2 minuti ha tentato di illudere che potesse esserci ancora una partita vera. Troppo scarica l'AJ, arrivata con la spia della riserva accesa e la bandiera bianca alzata dopo l'equilibrio visto sul parquet del Forum 48 ore prima. La valanga di canestri senesi - con Domercant e Sato in grande spolvero al tiro pesante - seppellisce gli avversari sotto un terrificante 32-9 al termine del primo quarto, facendo poi ondeggiare il vantaggio sempre intorno ai 30 punti di margine.

Per questo strepitoso gruppo che la dirigenza e lo staff tecnico della Mens Sana hanno saputo costruire negli ultimi anni, la serata diventa così una lunga passerella in attesa della sirena conclusiva, dopo la quale - sul terrificante 47-82 finale - c'è posto solo per la nuova festa biancoverde. Arduo anche trovare un migliore in campo: per una Milano in bambola, arenata al 17% al tiro da 3, l'unico in doppia cifra è Hawkins - 13 punti ma solo 3 di valutazione - mentre nel Montepaschi c'è gloria per tutti, con Lavrinovic sugli scudi (15 punti) contornato dai soliti Sato, McIntyre e Kaukenas.

Si conclude così, dopo poco più di 8 mesi, il campionato forse più scontato che l'Italia cestistica ricordi. Giù il cappello davanti a questa Siena da record, esempio di organizzazione in campo e fuori, macchina perfetta sul parquet, i cui tanti punti di forza - tra cui la concentrazione dal primo all'ultimo secondo di gara e un gioco senza debolezze che consente di sfruttare al meglio le potenzialità di ognuno dei singoli - la rendono una delle squadre più forti e complete mai viste sui nostri campi in 90 anni di storia.

Per il prossimo futuro, come ogni anno, si cercano avversari. Ma l'impressione è che l'unico vero rivale che potrà avere il Montepaschi....sarà il Montepaschi stesso, alla ricerca di nuove sfide e magari di quel successo al massimo livello continentale che ancora manca.

ARMANI JEANS, MIRACOLO SFIORATO

Milano sciupa la più grande delle occasioni: anche in gara 3 la spunta il Montepaschi, seppur al fotofinish. Martedì il primo match-ball scudetto per i senesi

Quando dopo due partite senza storia tutti i giochi sembrano ormai fatti, quando anche lo scommettitore più audace non può che arrendersi davanti all'evidenza di un risultato ormai scontato, per cambiare - almeno parzialmente - gli eventi serve un'impresa. L'AJ Milano ha provato a concretizzarla, questa impresa, presentandosi al Forum di Assago trasformata rispetto alla squadra abulica e quasi rassegnata vista a Siena; ma non sempre i miracoli riescono, e sulla linea del traguardo è ancora il Montepaschi ad alzare le braccia, vincendo 73-72 e portandosi sul 3-0 nella serie finale.

Pur priva del proprio centro titolare Taylor, l'Armani Jeans dà subito l'impressione di voler fare sul serio: il primo quarto di gioco procede con entrambe le formazioni appaiate, pronte a rispondersi colpo su colpo, prima che 6 punti consecutivi di uno scatenato Morris Finley portino i campioni d'Italia sul 20-26. Nella seconda frazione la reazione dei biancorossi è però veemente, forse come non mai in questa stagione, e la coppia Hawkins-Hall in grande spolvero trascina Milano fino ad un clamoroso +9. Il 45-39 con cui si va negli spogliatoi fa sognare gli oltre diecimila tifosi di casa.

Anche nella ripresa gli uomini di Bucchi tengono di forza il vantaggio nel punteggio, ma il ritorno senese arriva al momento giusto: tra il 27° e il 30° minuto l'Armani non segna più, ed è ancora Finley - con un parziale tutto suo di 7-0 - a riportare il Montepaschi avanti di un'incollatura. Gli ultimi 10 minuti diventano così ad altissima tensione, sul filo di un inconsueto equilibrio. Ad un minuto dalla conclusione, la bomba da 3 di un chirurgico Stonerook riporta gli ospiti avanti di un punto, i liberi di Lavrinovic danno al Montepaschi il +3, e il finale è il più inatteso possibile, soprattutto per il pubblico milanese: con 3 secondi sul tabellone, David Hawkins segna entrambi i propri liberi, non lasciando più tempo se non per far suonare la sirena sul 72-73 che lancia i toscani verso il tricolore.

Tricolore per il quale Pianigiani dovrà ringraziare il suo play di riserva, Morris Finley: i suoi 18 punti, molti dei quali arrivati nei momenti cruciali della gara, hanno salvato la serata di una Siena che ha avuto meno del solito da McIntyre, Sato e Domercant. A Milano non è bastato il miglior Hawkins di questa finale (23 punti), un Mike Hall da sontuosa doppia doppia (15+14 rimbalzi) e un nuovo protagonista trovato in Joey Beard, autore di 12 punti ma ancora più utile in difesa. Per Bucchi continua a latitare il contributo degli altri esterni, specialmente quelli italiani: con Mordente e Vitali fermi ieri a quota zero, ma assenti ingiustificati dall'inizio della serie, giocare ogni volta alla pari contro la corazzata in biancoverde diventa un'utopia.

All'Armani Jeans resta in bocca il sapore dell'occasione persa; se sarà irripetibile lo sapremo già martedì sera, quando si tornerà al Forum per gara 4 e i campioni in carica avranno il primo match ball per chiudere il conto-scudetto.

MERCATO: PANCOTTO AD AVELLINO

Ancor prima che a muoversi siano le pedine che calcheranno i parquet nella stagione 2009/2010, il mercato cestistico italiano continua a proporre novità sulle panchine dei team della prossima Serie A. L'ultimo avvicendamento, parzialmente inatteso, arriva da Avellino: la formazione campana ha annunciato l'ingaggio - in qualità di nuovo allenatore - di Cesare Pancotto.

I biancoverdi del presidente Ercolino, dopo una stagione nella quale hanno conosciuto l'onore (e l'onere) della partecipazione all'Eurolega ma complessivamente ben al di sotto delle aspettative, si separano quindi dal precedente coach Zare Markovski, affidando la rifondazione della squadra ad uno dei senatori delle panchine nostrane.

Pancotto - 54 anni, nato a Porto San Giorgio - è infatti uno degli elementi di più lunga militanza tra i tecnici italiani, con una carriera iniziata a metà anni '80 e giunta ormai al quarto di secolo. Il suo nome è stato legato principalmente prima a quello di Trieste, squadra che ha allenato - seppur in due tranches - per 5 anni, e più di recente a quello della Snaidero Udine, da lui guidata per 3 stagioni fino al 2008.

Per il coach marchigiano la nuova avventura in Campania può rappresentare un'immediata opportunità di riscatto personale, dopo un 2009 da dimenticare al timone della Fortitudo Bologna, nel quale non è riuscito ad evitare la storica retrocessione dei bolognesi in Legadue.

SIENA-MILANO, OVVIAMENTE E' 2-0

Il Montepaschi non regala niente neanche in gara 2 ad una Armani Jeans comunque più reattiva. 79-66 il risultato finale

Niente di nuovo sul fronte-scudetto: questo un possibile titolo per il film dell'atto conclusivo della stagione cestistica italiana, che anche dopo gara 2 della serie finale tra Siena e Milano non riserva colpi di scena, sorpres
e improbabili che ormai nessuno neanche aspetta più. Rispetto all'uscita di 48 ore prima, sul parquet toscano scende in campo una Armani Jeans un minimo più combattiva e meno disposta a fare la vittima sacrificale, ma non basta contro un Montepaschi sempre in controllo del match e sempre avanti nel punteggio.

Dopo il 5-0 iniziale, nelle quali le polveri biancoverdi sembrano ancora piuttosto bagnate, l'AJ si sveglia e sembra esserci partita per quasi tutta la prima frazione, conclusa però con una di quelle micidiali accelerazioni senesi alle quali nessuno in Italia ha mai trovato contromisura: il parziale dei padroni di casa continua nel secondo quarto, Milano segna a fatica e si affida ad una quasi disperata difesa a zona, che riesce almeno nell'intento di limitare i danni. Si va a riposo sul 44-30, e nella ripresa il canovaccio della gara non cambia.

Gli uomini di Bucchi tengono botta, non cedono ma non riescono mai ad avvicinarsi realmente, a scendere sotto la doppia cifra di svantaggio, così al Montepaschi basta lo stretto necessario per tenere le redini del match senza patemi, chiudendo i conti nell'ultimo quarto, quando sale in cattedra a suon di assist Terrell McIntyre: i biancoverdi volano a +20, lasciando a
Milano gli ultimi minuti per rendere il passivo finale meno pesante. 79-66, 2-0 nella serie, e per i campioni d'Italia in carica il risultato sembra ottenuto quasi col minimo sforzo.

Basta scrutare il tabellino per rendersi conto dello strapotere di questa Siena: coach Pianigiani può concedersi il lusso - in una serie nella quale si gioca ogni 2 giorni - di una rotazione reale a 7 elementi, nella quale anche chi vede il campo per pochi minuti dà un contributo di estrema efficacia. Sugli scudi il già citato McIntyre - 9 assist e 30 di valutazione - insieme ai soliti noti Kaukenas e Sato (16 e 11 punti). Nelle file milanesi, positive le prestazioni di tutto il reparto lunghi (36 rimbalzi di squadra, Katelynas 14 punti), compensate però dalla brutta serata e dall'estrema imprecisione al tiro degli esterni, compreso quell'Hawkins che continua a non riuscire ad incidere. Col 39% al tiro da 2, questa AJ non può di certo coltivare sogni di gloria.

MONTEPASCHI-ARMANI, NON C'E' STORIA

Grazie alla difesa e alla maggiore profondità del suo roster, Siena domina gara 1 di finale. Kaukenas e Sato trascinano i toscani, vittoriosi 80-57.

Circa 16 minuti effettivi. Tanto è durata l'illusione di assistere, in occasione della prima uscita di finale scudetto tra Siena e Milano, ad una gara e ad una serie quantomeno equilibrate ed avvincenti. Tanto è durata la resistenza di una Armani Jeans decente per tutta la prima frazione di gioco, conclusa con una sola lunghezza di svantaggio, ma poi sempre più scioltasi come neve al sole davanti al solito, impietoso Montepaschi.

Dopo una fase di studio dell'avversario durata per l'appunto un quarto e mezzo, ai campioni d'Italia è bastato aumentare leggermente il numero dei colpi, premere quanto basta sull'acceleratore per scavare con un parziale di 12-0 il solco nel punteggio risultato poi decisivo. L'attacco milanese - fino a quel punto rettosi principalmente sui tentativi da 3 punti, vista anche la scarsissima vena dei suoi lunghi, Taylor su tutti - si inceppa senza speranza, la difesa ordinata da Pianigiani raddoppia e blocca inesorabilmente David Hawkins, e in maglia biancoverde salgono in cattedra Kaukenas e Sato (17 e 15 i rispettivi punti a fine gara).

Il +11 dell'intervallo lungo non può che dilatarsi ulteriormente nella ripresa, fino a vedere Siena sfiorare i 30 punti di margine, prima di un ultimo quarto di purissimo garbage time e di semplice accademia, nel quale il Montepaschi non molla mai la presa, come sua abitudine, fino alla sirena finale. L'80-57 conclusivo risulta addirittura bugiardo rispetto a ciò che si è visto sul parquet, data la scarsa convinzione nelle proprie possibilità e la poca grinta messa in campo dalla formazione ospite. La valutazione totale di squadra recita 119-38 in favore dei biancoverdi, e per questa Milano arenata sotto quota 60 urgono provvedimenti seri in vista delle prossime uscite, quantomeno per evitare un "cappotto" imbarazzante.

Per il coach della AJ, Bucchi, il tentativo di attuare la stessa filosofia del suo dirimpettaio Pianigiani per quanto riguarda le rotazioni dei giocatori non sembra da riproporre: nel momento in cui da una parte escono dalla panchina elementi come Lavrinovic e Kaukenas, e dall'altra invece vanno concessi molti minuti ai pur onesti ma oggettivamente limitati Katelynas e Sangarè, la frittata è inevitabile. Così come risulta al momento difficile pensare di poter arginare una corazzata come quella senese, i cui veri punti di forza sono la solidità mentale e una concentrazione incessante lungo tutti i 40 minuti.

Domani sera si rigioca, sempre al PalaMensSana: gli spunti che proporrà gara 2 saranno probabilmente sufficienti per stabilire se questa serie appena iniziata sarà già - almeno virtualmente - finita.

MERCATO, PRIME NOVITA' IN PANCHINA

A bocce ancora non completamente ferme, con uno scudetto sulla carta ancora da assegnare, in Serie A fervono già i preparativi in vista della stagione 2009/2010, con due formazioni al centro dei primi importanti cambi nel ruolo di capo allenatore.

Ad aprire il valzer delle panchine ci ha pensato la scorsa settimana la NGC Cantù, annunciando l'ingaggio del nuovo coach Andrea Trinchieri, in sostituzione di Luca Dalmonte. Trinchieri, 41 anni, è uno dei nomi nuovi più interessanti nel panorama italiano, reduce dalla clamorosa stagione di Legadue alla guida della Prima Veroli, nella quale il team laziale ha conteso la promozione alla ben più quotata Varese fino all'ultima giornata.

E' invece notizia delle ultime ore il cambio sulla panchina della Eldo Caserta: a rimpiazzare - dopo 2 stagioni di eccellenti risultati - Fabrizio Frates arriva Stefano Sacripanti. All'ormai ex allenatore della Scavolini, artefice dal 2001 di alcuni campionati di valore assoluto al timone di Cantù, nominato Allenatore dell'anno nel 2002, il compito di soddisfare le presumibili ambizioni della squadra campana, dopo la salvezza conquistata quest'anno con qualche patema e qualche polemica di troppo.

Restano momentaneamente vacanti alcuni posti alla guida tecnica delle partecipanti alla massima serie - Montegranaro, Pesaro, Rieti - e di certo altre formazioni sono in attesa di fare chiarezza sulle loro prossime strategie. La certezza è che i movimenti di mercato stanno appena iniziando, e che non sono da escludere ulteriori futuri colpi di scena.

SIENA E MILANO, A VOI

Stasera a Siena al via la serie che assegnerà lo scudetto 2009. Montepaschi favoritissimo, ma Milano vuole provarci.

Volge al termine la corsa - iniziata lo scorso 12 ottobre - dell'87° campionato italiano di basket. Questa sera alle ore 20 al PalaMensSana di Siena andrà in scena gara 1 della fi-nale playoff tra i padroni di casa, campioni d'Italia in carica, del Montepaschi e l'Armani Jeans Milano, con tutti i favori del pronostico che pendono nettamente verso la parte biancoverde.

Gli uomini di coach Pianigiani - in cerca del terzo titolo tricolore consecutivo - arrivano infatti all'appuntamento con un bilancio stagionale a dir poco pazzesco: considerando tutte le competizioni nazionali (dalla Supercoppa di fine settembre alla Coppa Italia, dalla regular season ai playoff), in 40 incontri disputati Siena ha raccolto una sola sconfitta. Può sembrare francamente improbabile che le motivazioni di una corazzata costruita per vincere sempre, anche quando i 2 punti sembrano superflui, possano venir meno proprio sul più bello, ora che si è in vista della linea del traguardo.

Quali allora le possibilità per questa Armani, autrice di un anno altalenante ma arrivata a dare il meglio proprio in questa post season? Quali le armi che il coach biancorosso Bucchi può tentare di estrarre per sconfiggere un avversario oggettivamente superiore? Facile rispondere con il nome di David Hawkins. Le sorti del Falco - alla sua seconda finale scudetto dopo quella della scorsa stagione con Roma - restano però a tutt'oggi da decidere, per colpa di un infortunio al ginocchio sinistro, rimediato in allenamento, che terrà il campione USA in dubbio fino all'ultimo momento.

Ma in casa milanese tutti dovranno dare il 110%, se si vorrà anche solo impensierire McIntyre e compagni. Specialmente su una distanza così lunga qual è quella di questa serie, al meglio delle 7 partite. La speranza dei tifosi AJ presumiamo sia quella di strappare almeno un successo, magari tra le mura amiche, all'armata-Montepaschi; quella di tutti noi appassionati è il non assistere a degli incontri a senso unico, e che questo nostro campionato dalle scarne emozioni regali in conclusione uno spettacolo all'altezza della sua fama.

ROMA E BIELLA, E' ANCORA LUNGA

L'Angelico pareggia i conti in una serie lontana dalla sua conclusione. Mentre Hawkins lancia Milano verso le semifinali

1-1, palla al centro. Questo desueto slogan può tornare utile per riassumere le immagini emerse al termine di gara 2 tra Biella e Virtus Roma: l'Angelico di Luca Bechi a festeggiare la vittoria per 82-77, e gli uomini di Gentile di nuovo caricati sulle spalle del peso di una serie che torna di colpo in salita. Il coach di Tuoro aveva visto giusto alla vigilia, pronosticando un avversario ben diverso rispetto a quello dominato anche mentalmente dalla Lottomatica in gara 1, ma è stato il suo auspicio di rivedere in Piemonte la stessa Virtus grintosa ed efficace di 48 ore prima a non trovare pieno riscontro.

Gli occhi della tigre i capitolini hanno tentato di mostrarli nel corso dei primi 20 minuti, nei quali Roma ha spesso tenuto il muso avanti nel punteggio, seppur senza riuscire mai nello strappo deciso ed imperioso. La scossa per i padroni di casa l'ha data l'ingresso sul parquet di Pietro Aradori, il protagonista che non ti aspetti in un roster costruito con altre gerarchie: il ragazzo visto col contagocce l'anno scorso in giallorosso decide di farsi rimpiangere, ed a cavallo tra il secondo - concluso sulla parità a quota 36 - e il terzo quarto sfodera un vasto repertorio di azioni e canestri, fatto di entrate come di conclusioni da lontano, a cui la difesa virtussina sembra non riuscire a venire a capo.

Quando a prendere il comando nel punteggio sono poi i rossoblù, le sorti della gara sembrano segnate. Gli attacchi della Lottomatica sono incostanti, le palle perse più deleterie arrivano quando il loro peso specifico è massimo, gli americani di Roma non la metterebbero neanche in un canestro largo quanto una vasca da bagno, gli unici a crederci sembrano Gigli e Datome, così nel finale per i piemontesi non c'è che da controllare il sufficiente margine di vantaggio. Aradori chiude doppiamente a quota 21 - per punti e valutazione - ben supportato da un Luca Garri molto efficace e dalla coppia USA Smith-Gist (12 punti a testa). Per la Virtus, da salvare un Sani Becirovic a lungo ottimo ma arrivato purtroppo un po' stanco alle battute finali, e il duo tricolore Gigli-Datome che lungo tutta la stagione ha di rado fatto mancare il proprio apporto in termini di cuore, testa e attributi.

Non c'è tempo per interrogarsi sulla nuova prova totalmente inconcludente di Douglas, sulla cattiva serata incontrata da Jaaber - in doppia cifra ma troppo impreciso al tiro - e da un Andre Hutson incredibilmente fermo a quota zero. Venerdì sera si riparte, con una priorità assoluta: sparigliare la serie e tornare a vincere convincendo, davanti al pubblico romano e agli occhi di tutte le avversarie che aspettano di capire qual è la vera Lottomatica, di capire una volta per sempre quanto questa Virtus può far paura. Solo così si potrà tornare a Biella per l'inevitabile gara 4 con lo spirito giusto, per non fallire più l'opportunità di chiudere i conti.

Nell'altra gara in programma ieri sera, l'AJ Milano è riuscita a spuntarla all'ultimo respiro - 83-82 - contro una Tercas Teramo arrivata al PalaLido con tutte le intenzioni di pareggiare la serie. Gli abruzzesi, sospinti dalla coppia Poeta-Carroll, hanno condotto il match per larghi tratti, sin dall'8-0 iniziale ed arrivando nel corso del secondo quarto ad un massimo vantaggio di 18 punti. Nella ripresa l'Olimpia si rifà sotto, grazie ai suoi USA Hawkins ed Hall, e si procede sul filo dell'equilibrio e dei nervi fino alla sirena, quando il ferro respinge il tiro della vittoria ospite - scoccato da Brandon Brown - e lancia gli uomini di Bucchi sul 2-0. 24 i punti finali per la guardia ex-Roma David Hawkins; nelle file teramane, non bastano 5 elementi in doppia cifra (Carroll 17).

GREEN IS THE COLOUR

Fattore campo rispettato negli ultimi 2 quarti di finale: Montepaschi e Benetton avanti. Stasera la Lottomatica a Biella.

Nella serata dedicata al debutto della parte alta del tabellone playoff, nessuna sorpresa è arrivata in gara 1 dei quarti dai campi di Siena e Treviso. Le due compagini, accomunate dai colori sociali ed ancor più dalle ambizioni di passaggio del turno, si portano sull'1-0 nelle rispettive serie contro Scavolini Pesaro e Virtus Bologna.

Al PalaMensSana, i campioni d'Italia impiegano quasi metà partita prima di sbarazzarsi delle resistenze dei marchigiani, arrivati in Toscana privi del loro leader carismatico Myers. Pesaro tiene botta per i primi due quarti, conclusi col Montepaschi avanti 36-26, prima di subire nella ripresa la furia di McIntyre e compagni: già nella terza frazione parte la mattanza, Siena segna 33 punti in 10 minuti lasciando le briciole all'attacco avversario, e vedendo il proprio margine di vantaggio allargarsi a dismisura nell'ultimo quarto.

La Scavolini non trova quasi più il canestro, e in casa senese c'è spazio proprio per tutti, fino alla sirena che chiude il match sul terrificante 94-51. Per i ragazzi di Pianigiani niente più che un buon allenamento, senza sprecare energie superflue: in maglia biancoverde, nessuno ha visto il campo per più di 24 minuti. Inutile dire che gara 2 di giovedì per Pesaro non sarà che una occasione di degno saluto davanti ai propri tifosi, una passerella davanti ai diecimila che presumibilmente gremiranno il palasport.

Ben altra storia si è vista al PalaVerde. Benetton e LaFortezza hanno dato vita ad un match in pieno stile-playoff, dall'intensità e dall'equilibrio quasi costanti fino al quarantesimo. L'hanno spuntata i verdi per 85-77, grazie ad una gestione più sapiente degli ultimi minuti di gioco, quelli del mini-allungo decisivo. Tra le V nere, ottime le prestazioni degli americani - su tutti Langford e Terry - traditi però dal resto del gruppo, autore di pochissimi punti e troppi errori al tiro. Treviso si è dimostrata più squadra, sospinta da un clamoroso Bulleri, e porta a casa il primo tassello verso le semifinali. Mai come in questo caso gara 2 di giovedì sarà determinante: la necessità per i bolognesi è fermare l'emorragia di risultati - 6 gli stop consecutivi - prima che sia irrimediabilmente troppo tardi.

Intanto la corsa verso lo scudetto 2009 non lascia neanche un giorno di respiro. Stasera si scende in pista per gara 2 a Biella e Milano, con l'Olimpia di Bucchi chiamata a mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno contro una Tercas Teramo quasi all'ultima spiaggia, e l'Angelico che accoglie nel proprio fortino una Lottomatica Roma apparsa in ottima forma alla prima uscita. Quanto queste serie saranno lunghe ed avvincenti, lo dirà il campo.

IL COLPO FIRMATO ARMANI

Milano mette a segno il primo exploit esterno dei playoff. Decisivi Hall e Vitali.

Già pronosticata da molti come la serie potenzialmente più lunga e più ricca di sorprese tra quelle dei quarti di finale, la seconda sfida della parte bassa del tabellone propone il colpaccio esterno, la mossa che fa scombinare le carte del fattore campo a favore, subito in gara 1. La squadra corsara è l'Armani Jeans Milano, vittoriosa a Teramo, sul rovente campo della Tercas, per 75-85.

Dopo un primo quarto di gara nel quale le due compagini hanno navigato sul filo dell'equilibrio, il parziale di 9-0 con cui i milanesi hanno aperto la seconda frazione avrebbe potuto stendere chiunque, ma non i biancorossi padroni di casa, guidati da un Giuseppe Poeta particolarmente ispirato (20 i punti finali per il play battipagliese). Da lì in avanti il canovaccio della partita è rimasto lo stesso: gli uomini di coach Piero Bucchi a tentare l'allungo, quelli di Capobianco ad assorbire il colpo e rifarsi sotto.

E' al ritorno dagli spogliatoi dopo l'intervallo lungo - concluso col minimo scarto per l'Armani - che gli ospiti stringono le maglie difensive e conquistano il controllo della lotta sotto canestro. La Banca Tercas fatica a segnare, i lunghi dell'Olimpia - tra cui un eccellente Marconato - trovano punti e rimbalzi preziosi, portando Milano agli ultimi 10 minuti di gioco con altrettante lunghezze di vantaggio. Ma proprio quando gli abruzzesi sembravano non poter più rientrare, ecco l'ultimo sussulto, firmato da Carroll e ancora da Poeta. Sulla parità a quota 75, però, emerge di nuovo la maggiore esperienza - soprattutto a livello di post season - di una AJ cinica al punto giusto.

Teramo non segna più, a sparigliare ci pensa Mike Hall da 3 punti, e a chiudere i conti arriva Luca Vitali. Con un'altra conclusione da fuori, l'azzurro taglia definitivamente le gambe e le velleità della Tercas, permettendo ai suoi di chiudere senza patemi. La vera differenza l'hanno fatta l'esperienza e la profondità del roster milanese (5 elementi in doppia cifra contro i 3 di Teramo), componenti di valore inestimabile nei playoff, specialmente contro una squadra zeppa di debuttanti nella fase ad eliminazione diretta. La bilancia della serie pende subito nettamente dalla parte di David Hawkins e soci, chiamati però all'immediata riconferma mercoledì sera tra le mura amiche.

PIU' "SANI", PIU' BELLI

Lottomatica-Angelico 80-67. Becirovic trascina una ottima Virtus sull'1-0 nella serie.

Roma c'è. E in questa avventura playoff sembra intenzionata a restarci quanto più le sarà possibile. La prima pietra è stata posata vincendo e convincendo in gara 1 dei quarti - in un Palaeur poco affollato ma partecipe - contro quella Angelico Biella spauracchio della vigilia, regolata dagli uomini di coach Gentile ancor più saldamente di quanto dicano i 13 punti finali di scarto.

Con il neo acquisto Golemac in panchina e Brandon Jennings in borghese, si parte. La Lottomatica impiega qualche minuto a prendere le misure ad un avversario voglioso ma impreciso: dopo 5' le polveri sembrano bagnate da ambo le parti, ma è l'ingresso in campo di Sani Becirovic a cambiare il volto del match. Il fuoriclasse sloveno è in serata e lo fa capire da subito, mostrando estrema precisione al tiro da fuori e smistando palloni che fanno girare la squadra in maniera pregevole. La Virtus scappa nel punteggio, e il 25-14 in conclusione della prima frazione sembra già segnare la rotta della gara.

La marcia dell'ex-fortitudino prosegue anche nel secondo quarto, Sani perfora la difesa a zona piemontese non sbagliando un colpo da 3 punti, e il resto dei ragazzi in casacca giallorossa lo supporta egregiamente. Andre Hutson domina sotto le plance, trascina Roma al +18 e ad un margine di assoluta sicurezza all'intervallo, che Biella non riuscirà più a colmare neanche al rientro dagli spogliatoi. Tradita da un inguardabile Gaines, con uno Smith visto solo a sprazzi e con scarso apporto dai panchinari - tranne quel Greg Brunner che al Palaeur sfodera sempre elevate prestazioni - la banda di Bechi tenta una flebile reazione soltanto negli ultimi 15 minuti.

Ma la Virtus non molla mai la presa sulla partita, controllando il distacco, tenendo alta la guardia in difesa e non sprecando mai energie inutili, preziosissime quando si deve giocare ogni 48 ore. C'è tempo per un siparietto tra la curva romana e l'ex - come al solito sbeffeggiato - Garri, prima di chiudere 80-67 con molti spunti positivi e le tasche piene di ottimismo. Mercoledì sera si andrà a Biella per ripartire da quanto di buono si è visto nella capitale: la costante attenzione difensiva che la Lottomatica ha messo in campo sarà ancor più fondamentale in trasferta, unita allo spirito di un gruppo che sa far risaltare a dovere le sue individualità, su tutte quella di Becirovic.

Quando Sani sta bene fa la differenza, non è una scoperta fatta ieri sera: la sua condizione c'è, è tornata, così come la classe cristallina di un campione vero che sa cambiare in meglio il volto di un'intera squadra; se riuscirà durante questi playoff a dosarsi - e ad essere dosato a dovere da Gentile - ne vedremo delle belle. Gli altri promossi a pieni voti sono i soliti noti. Un Hutson da doppia doppia sfiorata e 30 di valutazione, il solito Ibby Jaaber che sopperisce col talento anche ad una serata di poca precisione, Gigli che per la terza uscita consecutiva cala una carta da 11 rimbalzi. Degnissimo di nota anche Jurica Golemac, apparso perfettamente corrispondente all'identikit di giocatore intelligente, dalle mani veloci, utile in chiave tattica e con esperienza da vendere con cui era stato presentato.

Le uniche note stonate rimangono Douglas e Brezec; se questi due ragazzi fanno troppo spesso una fatica immane anche solo a svolgere i rispettivi compiti minimi per cui sono stati portati a Roma - centrare il bersaglio da 3 e catturare almeno più di un rimbalzo a partita - bisogna cominciare ad interrogarsi sulla loro effettiva utilità in un contesto come questo. Le valutazioni in proposito vanno ovviamente lasciate soltanto allo staff tecnico virtussino, ma più si andrà avanti nel cammino verso lo scudetto e più non ci si potrà permettere di regalare niente agli avversari.

LOTTOMATICA-ANGELICO, ATTO PRIMO

La Virtus inizia stasera il cammino verso la finale tricolore. Biella il primo ostacolo, con gli ex Garri e Aradori desiderosi di uno sgambetto.

C'è chi avrebbe preferito evitarla e, potendo scegliere un altro incrocio con cui iniziare l'avventura dei playoff 2009, avrebbe auspicato perfino una sconfitta della Lottomatica lo scorso 10 maggio contro Cantù. Eppure Roma, in questi quarti di finale, trova quella Angelico Biella che negli anni ha spesso rappresentato un banco di prova ostico. Il team piemontese - allenato per il terzo anno consecutivo dal serio e preparato Luca Bechi - ha conquistato con merito il suo settimo posto, presentandosi ai nastri di partenza della post season giustamente appagata, ma con la voglia di giocare le proprie carte fino in fondo.

Dalla stagione 2001/2002, la loro prima in Serie A, i rossoblù hanno sempre puntato forte sul rendimento casalingo, approfittando di un fattore campo che si fa sentire per conquistare salvezze anticipate e, in alcune occasioni, un posto tra le grandi. Ne sa qualcosa la Virtus Roma, uscita vittoriosa dal palasport biellese solo in 3 occasioni su 8 (compresa però l'ultima, lo scorso 26 ottobre). Ma le frecce all'arco di Bechi non si limitano alla carica data dall'ambiente: anche in questa stagione ha pagato l'abituale politica societaria nella costruzione del roster, ovvero la ricerca di ottimi elementi - meglio se poco conosciuti - nel mercato USA, contornando gli americani con un solido gruppo di italiani e comunitari.

Il quintetto base dell'Angelico ne è l'applicazione logica. Ai due piccoletti terribili Smith e Gaines, si affiancano solitamente 3 giocatori molto alti, quasi intercambiabili nei ruoli di ali e centro: Gist, lo svedese Jerebko, e l'ex Virtus (non rimpianto da nessuno) Luca Garri. Ciò consente ai piemontesi di attuare un gioco vario, spesso brillante, con le chiavi saldamente in mano al play Joe Smith e una batteria di lunghi in grado di catturare molti rimbalzi, così come di scombinare le carte in tavola tentando spesso il tiro pesante. I punti deboli arrivano però dalla poca profondità della panchina, con i soli Valerio Spinelli e Pietro Aradori (altro ex, lo rivedremo in giallorosso la prossima estate?) come ricambi - seppur validi - per gli esterni, ma con i non irresistibili Jurak e Brunner a sostituire i lunghi titolari.

A coach Gentile non mancano di certo le contromosse. Roma ha sopperito alle assenze per infortunio di Gabini e Tonolli acquistando il centro sloveno Golemac, ma fino all'ultimo momento non sapremo se l'ultimo arrivato sarà inserito a referto: in caso negativo, ad Angelo Gigli e Andre Hutson il compito di farsi valere sotto i tabelloni, con il solo Brezec - da cui si attende finalmente il salto di qualità - pronto a subentrare nel reparto lunghi. Da valutare le scelte del coach virtussino negli altri ruoli: con Jaaber, ormai vero leader emotivo della squadra, saldo in cabina di regia, gli altri due posti in quintetto base se li contenderanno rispettivamente le coppie Becirovic-Douglas e De La Fuente-Datome.

Si parte questa sera alle 20:30, in un PalaLottomatica che si auspica vestito a festa per l'occasione e pronto ad accompagnare la truppa capitolina verso l'obiettivo dichiarato: una nuova finale tricolore contro Siena. Per questo l'avversario merita il massimo rispetto, ma non può togliere il sonno. Iniziare col piede giusto indirizzerebbe la serie in modo già netto; e disputare una partita ogni 2 giorni, per chi come Biella ha costruito una squadra affrontando tutta una stagione con un singolo impegno a settimana, farà la differenza e non potrà non fare emergere i veri valori del campo.

I CELTICS ABDICANO IN ANTICIPO

I campioni in carica si fermano, in finale di Conference contro uno scatenato James ci va Orlando. All'orizzonte, una sfida tra superstelle per l'anello 2009.

Tra sospirate conferme e almeno parziali colpi di scena, nella notte i playoff NBA hanno visto completarsi il quadro delle finali di Conference. Chi continua il proprio sogno, la rincorsa verso il titolo 2009, sono i Los Angeles Lakers di Bryant: la vittoria 89-70 contro gli Houston Rockets in gara 7 porta i gialloviola alla serie successiva, dove i Denver Nuggets li attendono comodamente già da 4 giorni. Anche in una serata di numeri non roboanti da parte di Kobe, ai Lakers basta un Pau Gasol da doppia doppia (21 punti e 18 rimbalzi) per portare a casa un successo mai in discussione contro i texani sempre privi di Yao Ming. La franchigia del Colorado guidata in campo da Melo Anthony è avvisata: i ragazzi di Phil Jackson non vogliono mancare l'appuntamento con la seconda finalissima consecutiva.

Se sulla costa ovest tutto procede secondo i pronostici, la notizia più clamorosa arriva dall'altra parte degli USA. Il colpaccio in gara 7 - contro le attese della vigilia e contro il fattore campo - lo mettono a segno gli Orlando Magic, che grazie al trionfo esterno 101-82 a Boston estromettono i Celtics campioni in carica. L'eroe inatteso è Hedo Turkoglu: il turco cala un asso da 25 punti con 9/12 al tiro, rendendo definitivamente palesi i limiti di una squadra, quella di Pierce e Allen, in questa stagione quasi mai del tutto convincente. Confermarsi sul tetto del mondo è sempre la parte più difficile del lavoro, e coach Doc Rivers non ha fatto eccezione. Nella finale della Eastern Conference, saranno Dwight Howard e compagni a fronteggiare i favoritissimi Cleveland Cavaliers di King James.

Di certo Lebron - l'MVP dell'anno - non vorrà fermarsi proprio ora, ad un passo dalla realizzazione di un'impresa: portare in pochi anni una franchigia dal nulla all'anello di campione NBA. E poiché in questi playoff i suoi Cavs sono ancora imbattuti, ottenere uno storico titolo in modo ancora più prepotente, senza sconfitte nella post season, può rappresentare un ulteriore stimolo per The Chosen One. Un obiettivo che solo lui può permettersi di raggiungere. Lakers e Bryant permettendo...

UN BALLO PER 8 INVITATE

Playoff, si parte: da lunedì 18 al via i quarti di finale della corsa scudetto. Tutti contro Siena, ma chi può realmente sperare nel miracolo?

Come puntualmente accade ogni anno dal lontano 1977, con l'arrivo della bella stagione il campionato italiano di basket entra nella sua fase più calda e più attesa, quella che assegna lo scudetto attraverso la folle corsa dei playoff. Dal 18 maggio, con gara 1 delle serie presenti nella parte bassa del tabellone, fino al 22 giugno - la sera dell'eventuale gara 7 di finale - parleranno soltanto i campi, i protagonisti delle 8 squadre impegnate ed i loro canestri. Passiamo in rapida rassegna le sfide dei quarti.

SIENA - PESARO.
Inutile sprecare troppe chiacchiere, cercare di spaccare il capello in infinite parti, trovare fragili appigli con i quali immaginare un epilogo imprevisto. I marchigiani, agguantando in extremis l'ottavo posto, hanno ottenuto il massimo obiettivo possibile per una stagione alquanto transitoria. Per Siena, da verificare la disponibilità e le condizioni di due pezzi da novanta - Kaukenas e McIntyre - ed eventuali strascichi di nervosismo mostrati nell'ultima trasferta milanese; ma la corazzata dominatrice delle competizioni italiane - una sconfitta in 34 incontri tra campionato e coppe nazionali - potrà dormire sonni tranquilli e raccogliere il passaggio del turno nelle canoniche 3 gare.
Possibilità: Montepaschi 100%, Scavolini 0%.

TREVISO - V. BOLOGNA.
Si rinnova - a distanza di 9 giorni dallo scontro diretto nell'ultima giornata disputata - il duello tra i due team che si sono contesi la quarta piazza. Chi ci arriva decisamente meglio è la Benetton: lo sprint finale nella regular season rende i verdi la vera mina vagante dei playoff, e i favori del pronostico pendono dalla parte veneta non solo per il fattore campo a favore nell'ipotetica bella. L'ultima finestra di mercato ha consentito a Mahmuti di poter contare su un roster rafforzato, specialmente grazie al jolly Kalampokis, guardia greca già decisiva, e la recente crisi di risultati delle V nere - 5 sconfitte consecutive - rende ulteriormente in salita la strada dei bolognesi verso la gloria (e l'Europa). A meno di colpi di coda e sussulti di orgoglio, sempre possibili quando si veste una maglia così ricca di tradizione e di successi.
Possibilità: Benetton 65%, LaFortezza 35%.

TERAMO - MILANO.
L'equilibrio sarà ancor più al centro della scena in questa inedita serie. La Tercas di Capobianco - giustamente eletto coach dell'anno - si presenta per la prima volta nella sua storia alla post season, forte di un terzo posto miracoloso, della carica di un gruppo compatto, giovane, sospinto da un pubblico scatenato che nelle uscite casalinghe farà presumibilmente la voce grossa. A Moss, Poeta e Amoroso il compito di guidare gli abruzzesi verso un traguardo ancora più storico. Ma il ruolo della guastafeste sembra adattissimo per una Armani che nei playoff raramente delude, determinata a mantenere il proprio posto tra le grandi del campionato e a confermarsi al via dell'Eurolega anche nella prossima stagione.
Possibilità: Banca Tercas 55%, Armani Jeans 45%.

ROMA - BIELLA.
La Virtus di N
ando Gentile, dopo il secondo posto agguantato di prepotenza con 5 successi di fila, non può di certo fermarsi di fronte ad una squadra comunque coriacea qual è Biella: l'obiettivo licenza triennale europea sembra ad un passo, e l'intero ambiente capitolino già pregusta una nuova finale scudetto contro il Montepaschi. Ai piemontesi il compito di allungare una serie sulla carta chiusa, sfruttando le solite armi dei rossoblù: il calore del proprio campo, la verve di uomini chiave come Gaines e Smith, un gioco brillante in grado - durante la stagione regolare - di sovvertire molti pronostici. Ma nei playoff, su una distanza così lunga come quella delle 5 partite, difficilmente basterà.
Possibilità: Lottomatica 85%, Angelico 15%.

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