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100% PALLACANESTRO, ITALIANA ED INTERNAZIONALE

25 ANNI FA....

Si chiamava Coppa dei Campioni. Il suo fascino e il suo prestigio non erano di certo inferiori a quella che oggi ha assunto il nome di Eurolega. E una sera di un quarto di secolo fa, il 29 marzo 1984, veniva alzata verso il cielo e il tetto del Palazzo del ghiaccio di Ginevra da Fulvio Polesello, il capitano della Virtus Banco di Roma.

Una squadra strana, quella, irripetibile sia nel bene che nel male. Lo scudetto conquistato l'anno precedente - rimasto l'unico tricolore vinto nella capitale, almeno nell'era moderna, dal dopoguerra in poi - non venne difeso, anzi il Banco non riuscì neanche a raggiungere i playoff; ma il cammino in Europa fu indimenticabile. Fino al trionfo nella finale ginevrina, contro quel Barcellona guidato in campo dal fuoriclasse Juan Antonio San Epifanio che nelle fasi precedenti aveva sconfitto la Virtus in 2 incontri su 2.

Una squadra irripetibile anche - se non soprattutto - per la sua composizione. Due americani, di quelli che sapevano fare la differenza e di cui - nel caso del "folletto" Larry Wright - ancora oggi si parla come a voler tramandare una leggenda lontana, e l'ossatura ampiamente romana del resto della rosa sembrano oggi immagini lontane, sbiadite, teorie impossibili da mettere in pratica nella costruzione dei roster contemporanei...

Ma ciò che forse lascia quel pizzico in più di amaro in bocca è vedere come la Virtus del 2009 sembra non avere - o peggio, non voler avere - più di tanto da spartire con chi ha invece regalato a questo nome, a questa società, i momenti e i trofei più importanti, con chi ha lasciato in eredità il titolo di Campione d'Europa ricevendo in cambio, 25 anni dopo, due scarne righe di comunicato su internet e uno stendardo che pende freddamente dal soffitto del Palaeur.

Ah, non lo chiamano più così... Nemmeno quello...

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